La Nuova Sardegna

Nuoro

Scuola, 28 precari sconfiggono lo Stato

di Valeria Gianoglio
Scuola, 28 precari sconfiggono lo Stato

Il giudice del lavoro accoglie i ricorsi della Gilda: «Sono abusivi i contratti annuali che si ripetono per più di tre anni»

08 aprile 2013
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NUORO. Stavolta, l’hanno spuntata in 28. Ventotto insegnanti, in gran parte ancora precari, che il ministero dell’Istruzione per anni ha sfruttato utilizzandoli a tutti gli effetti come docenti a tempo pieno, senza però riconoscere loro tutti i vantaggi dei colleghi di ruolo: l’anzianità di servizio, gli scatti nello stipendio, i contributi previdenziali. Niente di tutto questo: per anni e anni, i 28 in questione, hanno lavorato nelle scuole di Nuoro e Ogliastra con ripetuti contratti annuali dal primo settembre al 31 agosto dell’anno successivo, senza vedere neanche l’ombra di una immissione in ruolo con annessi vantaggi e diritti dovuti.

Supplenti condannati a vita, insomma. Molti oneri, e nessun onore. Lo scorso anno, tuttavia, il gruppetto di insegnanti, si è davvero seccato. Si è presentato alle porte del sindacato Gilda, guidato a Nuoro da Maria Domenica Di Patre che è anche la vicecoordinatrice nazionale, e ha chiesto l’assistenza legale per intentare una causa contro il ministero dell’Istruzione. L’avvocato che segue le cause del sindacato, Claudio Solinas, ci ha lavorato per mesi, su questa vicenda, studiando carte, sentenze precedenti, direttive dell’Unione europea, e pronunce della Cassazione.

E alla fine ha prodotto diverse cause davanti al giudice del lavoro del tribunale di Lanusei, Nicola Caschili, che sono approdate, nei mesi scorsi, in nove sentenze. E in tutte i 28 lavoratori sono risultati vincitori: il giudice ha riconosciuto i loro anni di precariato come anni di lavoro a tempo pieno, e dunque validi come anzianità di servizio, contributi previdenziali e dintorni. Il giudice ha accolto, insomma, la domanda di ricostruzione di carriera per fini previdenziali e contributivi. Ma c’è di più: le motivazioni delle sentenze che riguardano i 28 docenti ricorrenti – depositate in questi giorni – accogliendo in pieno, e nella quasi totalità, le richieste dell’avvocato della Gilda, hanno ribadito alcuni principi base che il ministero dell’Istruzione, evidentemente, sembra avere scordato. E che la stessa Di Patre, più volte, nel corso di riunioni al ministero ha ricordato. A cominciare da uno: si chiama “principio di parità di trattamento” ed è un vero inno alla non discriminazione tra docenti precari e docenti di ruolo. Come ha spiegato in una delle sentenze il giudice del lavoro di Lanusei, Nicola Caschili, questo principio è stato sancito in una direttiva dell’Unione europea e poi recepito dall’Italia nel 2001. Prevede che «per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possano essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato». Sempre lo stesso giudice, accogliendo in pieno, anche su questo motivo, le ragioni del legale della Gilda, Claudio Solinas, ha ricordato al ministero che in base alle norme «sono abusivi i contratti annuali che si ripetono per più di tre anni, nel caso nel quale non siano stati attivati i concorsi previsti per legge». In altri termini, ha spiegato il giudice, lo Stato non può rinnovare di continuo e a oltranza i contratti di lavoro annuali ai precari, se poi ogni tre anni non indice i concorsi per assumere insegnanti di ruolo, e coprire così gli stessi “buchi” di organico coperti dai precari. Il giudice, accogliendo anche su questo punto il ricorso, ha stabilito che «l’illegittima reiterazione del contratto produce un danno perché il precario deve attendere un periodo più lungo del dovuto per essere immesso in ruolo». E ha quantificato il danno, riconoscendo al precario che lo ha subìto un risarcimento pari a due buste paga e mezza per ogni contratto reiterato a partire dal terzo.

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