La Nuova Sardegna

Nuoro

Bracconaggio, Canu si dimette da capogruppo del Pd

di Giovanni Bua
Bracconaggio, Canu si dimette da capogruppo del Pd

Le pressioni del sindaco e del partito lo hanno convinto a gettare la spugna dopo l’episodio dell’Ortobene. Ma resta in consiglio comunale

25 settembre 2012
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NUORO. E alla fine Antonello Canu si è dimesso, dopo una giornata di faccia a faccia, telefonate, microvertici formali e informali, segreterie riunite e “moral suasion” più o meno velate.

Alle 21 l’ormai ex capogruppo del Pd in consiglio comunale, pescato venerdì dalla Forestale con un cinghiale appena cacciato nell’area protetta dell’Ortobene e denunciato per bracconaggio, ha preso carta e penna e scritto a consiglieri, sindaco e assessori: «Come è noto, nei giorni scorsi sono rimasto coinvolto in un fatto del quale è stato ampio risalto dagli organi di informazione. Poiché non intendo arrecare pregiudizio alcuno all'immagine del gruppo consiliare, né offuscare la laboriosa azione politica del sindaco e della sua giunta, verso cui confermo la mia volontà di collaborazione e di condivisione e al fine di poter affrontare la vicenda con la necessaria serenità nelle sedi competenti, rassegno con effetto immediato le dimissioni da capogruppo in consiglio comunale, con l'auspicio che il mio gesto, improntato alla massima responsabilità, serva per un verso a ristabilire la necessaria serenità nell'ambito del consiglio e per altro verso a evitare sterili strumentalizzazioni da parte di chicchessia. Vi sono grato per la collaborazione che mi avete offerto in questi anni, con l'auspicio che il rapporto personale con tutti resti immutato».

Parole arrivate dopo una giornata di tensioni e di silenzi. Con i telefonini dei vertici del Pd che squillavano a vuoto. E segretario provinciale, cittadino, sindaco, presidente della Provincia che, con vari animi e varie sfumature, spiegavano a Canu che le dimissioni, almeno da capogruppo, erano indispensabili. Anche perché la tensione da casa Pd (dove comunque non son mancati gli inviti a Canu ad andare avanti) si stavano rapidamente allargando in maggioranza. Con l’Idv che, garbatamente («massimo rispetto della persona, che come tutti i cittadini ha il diritto di difendersi dalle accuse senza clamori o indebite pressioni») quanto fermamente («ci aspettiamo un passo indietro, perché è evidente che decisioni diverse minerebbero la credibilità dei ruoli istituzionali, determinando sconcerto fra i cittadini») chiedeva le dimissioni. E la protesta che, a vari livelli e con vari obiettivi, iniziava a montare.

Abbastanza da convincere Canu a rompere gli indugi, e a rendere pubblica la richiesta di dimissioni che sarà protocollata questa mattina.

Durissima in mattinata la Base. «Che il consigliere Canu si dimetta o no – attacca il coordinatore cittadino Alessandra Corrias – è diventato ormai fatto secondario. Che il suo sindaco o il suo segretario cittadino riescano dopo tre giorni a elaborare un concetto di senso compiuto relativo alla vicenda sarebbe atto tardivo e irrilevante. Il caso-Canu non è solo un episodio di bracconaggio che coinvolge un amministratore. Non è un "fatto personale". Non è una pagliacciata ispiratrice di goliardate su facebook. Lo ripetiamo da mesi: quello che manca in questa città è una guida politica. La non-reazione immediata al caso-Canu è la dimostrazione della malafede di un governo cittadino talmente distratto dal mantenimento di equilibrismi da circo da non riuscire più a distinguere cosa è giusto o è sbagliato. L’intervento di ora invece sarebbe dettato solo dal calcolo su cosa sia più conveniente fare».

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