La Nuova Sardegna

Nuoro

Armi, Francesco Bussu a giudizio

Armi, Francesco Bussu a giudizio

Il primo cittadino di Lodine imputato per un vecchio fucile e una pistola

28 marzo 2012
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NUORO. Due armi del tutto inutilizzabili, una delle quali, un fucile calibro 16, addirituttura risalente ad un’epoca compresa tra il 1910 e il 191, un’arma storica per la quale non era nemmeno necessaria la denuncia. Queste armi erano quelle che il 28 aprile di due anni fa vennero trovate dai carabinieri a Lodine, in uno scantinato di una casa appartenente al sindaco Francesco Bussu, insegnante residente però a Orosei. Per quelle armi, Bussu era stato arrestato; e sì che da subito aveva sottolineato che fucile e pistola, due pezzi quasi da museo, appartanevano al padre (che peraltro sarà chiamato a deporre alla prossima udienza, il 26 giugno). Comunque ieri Bussu, difeso dall’avvocato Gianluigi Mastio, è comparso davanti al tribunale di Nuoro che lo processa perchè nei suoi confronti è rimasta in piedi l’accusa di detenzione illegale di armi e ricettazione. Ieri ha deposto l’ex comandante della Compagnia dei carabinieri di Ottana, capitano Domenico Parrillo, che ha raccontato i dettagli dell’operazione che condusse all’arresto del sindaco di Lodine. Dentro lo scantinato, i carabinieri avevano trovato una serie di oggetti inequivocabilmente riconducibili a Bussu, tra i quali effetti personali e persino alcuni regali di matrimonio (quelli scampati al furto subìto dallo stesso Bussu davanti a casa sua, il giorno dopo la cerimonia).

Ha anche deposto il perito balistico, Madeddu, che aveva compiuto i controlli sulle armi. Madeddu ha confermato che fucile e pistola erano talmente arrugginiti che non avrebbero mai potuto sparare: sia la pistola, poco più che un ferrovecchio, che il fucile, un pezzo da museo anche per via della sua datazione.

Il processo proseguirà il prossimo 26 giugno con alcuni testi a difesa, tra i quali il padre di Francesco Bussu. (si.se.)

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