La Nuova Sardegna

Nuoro

Trova i banditi in casa e li mette in fuga

Agostino Murgia
Trova i banditi in casa e li mette in fuga

Il rapimento della vicedirettrice del Banco sventato dalla pronta reazione del marito. I quattro malviventi avevano legato i figli della coppia di 13 e 11 anni tenendoli sotto il tiro delle pistole

09 agosto 2008
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BITTI - Una reazione energica, inaspettata, e banditi in precipitosa fuga tra i vicoli di Bitti: si è concluso così, alle 13.30 di ieri, il tentativo di sequestrare Costanza Fadda, 48 anni, vicedirettrice della filiale del Banco di Sardegna. Protagonisti del rapimento-lampo quattro banditi, due dei quali armati di pistola, affrontati a muso duro dal marito della vittima predestinata, Gianfranco Sistu, di 59 anni. Tutto sotto gli occhi dei figli della coppia, di 13 e 11 anni, in una casa di via Arborea, nella parte bassa del paese, non lontana dal campo sportivo.

Un piano che dai primi elementi a disposizione appare molto azzardato, con poche probabilità di riuscita, anche al di là dell’imprevisto. Poco dopo le 13.00, a Bitti come da altre parti, il sole spacca le pietre e il paese è semideserto. Due banditi, armati di pistola, riescono a raggiungere il terrazzino al primo piano della casa dei coniugi Sistu e a intrufolarsi all’interno, dove ci sono i due figli della coppia, entrambi maschi. Gianfranco Sistu, infatti, ha appena lasciato l’abitazione per andare in banca a prendere la moglie. I due banditi legano i due ragazzini e, attraverso la porta principale, fanno entrare altri due complici che attendevano all’esterno. Poi, in silenzio, aspettano l’arrivo della vicedirettrice, dalla quale molto probabilmente vogliono farsi accompagnare nella filiale del Banco per svuotare la cassaforte.

Operazione che dovrebbe essere garantita dai due giovanissimi ostaggi, destinati ad attendere - sotto la minaccia delle pistole dei malviventi rimasti in casa - la conclusione dell’ultima parte del piano. Ma qualcosa va storto: poco dopo le 13.30 Giovanni Sistu rientra in via Arborea ma, non appena apre il portone di casa, si trova davanti due banditi che gli dicono di stare calmo. È evidente che lo scopo dell’invasione non è una rapina in casa, ma il tentativo di arrivare ben più in alto, sino alla cassaforte dell’agenzia del Banco, che si trova vicino alla piazza principale del paese. Ma l’uomo, forse alla vista dei suoi due figli legati, reagisce con forza e si scaglia contro i malviventi. Volano pugni e calci, poi uno dei rapinatori colpisce in fronte Sistu con il calcio di una pistola.

Il quartetto capisce al volo che l’azione è fallita e non perde tempo con azioni ritorsive, o improbabili tentativi di rimettere in sesto le cose. Nella fuga i banditi incrociano nell’ingresso di casa Costanza Fadda, rimasta un po’ indietro, e la travolgono. La donna cade, si procura alcune escoriazioni ma non si perde d’animo: grida e chiede aiuto, attirando l’attenzione dei vicini, i quali lanciano l’allarme. Sul posto arrivano immediatamente i carabinieri della compagnia di Bitti, al comando del capitano Leandro Piccoli, che setacciano i vicoli intorno alla casa e cercano di bloccare le vie d’uscita. Da Nuoro giungono poi i carabinieri del comando provinciale, con i tecnici della scientifica, e gli uomini della squadra mobile della questura, coordinati dal dirigente Ferdinando Rossi.

Posti di blocco vengono istituiti in tutte le strade che da Bitti conducono nelle zone “calde” della Barbagia, per intercettare eventuali trasferimenti verso altri centri dell’area, anche se non si esclude che della banda possa far parte qualche elemento locale. Sistu e la moglie vengono medicati nei locali della guardia medica e poi condotti nella caserma dei carabinieri, dove vengono interrogati a lungo. A Bitti arrivano anche i carabinieri del battaglione “Cacciatori di Sardegna”, che con l’ausilio di un elicottero setacciano le zone più sensibili. Ma il commando, almeno per il momento, sembra essere riuscito a sfuggire alla morsa.

Gli investigatori sperano comunque che per terra, vista la reazione di Sistu, possa essere rimasta qualche traccia utile: il posto ieri sera era ancora cinturato, in attesa dell’arrivo dei Ris di Cagliari. Si cerca una traccia organica, un capello o qualsiasi altro elemento che possa far imboccare la strada giusta. L’ipotesi di un tentativo di sequestro-lampo a scopo di rapina sembra sino ad ora la più accreditata, tanto che per oggi è atteso l’arrivo del sostituto Gilberto Ganassi, della procura distrettuale di Cagliari, competente per questo tipo di reato. Più difficile riuscire a ricostruire le reali intenzioni dei banditi. Mentre sembra chiaro che una parte della banda doveva restare in casa per sorvegliare gli ostaggi, non si sa se i banditi volessero mandare la donna da sola sino alla banca, oppure andare con lei. Difficile, in questo caso, riuscire a passare inosservati, nonostante l’ora e il gran caldo. Un piano complicato, soprattutto se si considera la distanza tra l’abitazione dei coniugi Sistu e la filiale: un percorso rischioso, anche se fatto a bordo dell’auto della donna.

Si cerca anche di ricostruire la via di fuga originaria e quella improvvisata dopo la decisiva reazione di Gianfranco Sistu. Non sembra che il commando disponesse di un’auto vicino a via Arborea, ma questo particolare potrà essere chiarito solamente dopo altri accertamenti.
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