Carloforte, entra nel vivo l’operazione «Mare sicuro»
A Portoscuso c’è carenza di mezzi e fondi: uscite in mare ridotte
03 luglio 2014
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CARLOFORTE. Entra nel vivo l'operazione “Mare Sicuro”, come ogni anno messa in campo dalla Guardia Costiera, per sensibilizzare, promuovere e salvaguardare la sicurezza della vita umana in mare, l'ambiente marino, la corretta fruizione dei litorali ed il rispetto delle normative. Gli uffici circondariali di Carloforte, Portoscuso e Sant'Antioco, hanno predisposto piani operativi di pattugliamento a terra ed a mare, che andranno avanti fino alla prima settimana di settembre, con alcune novità. Il cosiddetto “bollino blu”, che certifica il possesso di documenti e dotazioni di bordo a norma (fino al 30 settembre), potrà essere rilasciato al diportista anche in banchina, ad esclusione delle barche adibite a noleggio o locazione.
Particolare attenzione, anche considerando l'ordinanza balneare, verrà dedicata alle attività in spiaggia, al rispetto della zona riservata alla balneazione, aree demaniali, sversamenti inquinanti, immersioni sub, diving ed agli imbarchi dei traghetti, per evitare il caos in banchina.
Ma per monitorare decine di chilometri costieri, spesso le risorse e le forze in campo non sono sufficienti. A Portoscuso, ad esempio, per motivi tecnici i mezzi nautici sono momentaneamente indisponibili, mentre gli uffici circondariali da tempo lamentano scarsità di fondi per far fronte alle uscite in mare. Spesso, il problema è il costo del carburante, costringendo i militari a limitare gli interventi a quelli urgenti o indifferibili. Idem dicasi per l'impiego di idoneo personale per gestire le ampie zone costiere del sud ovest sardo. Solo in parte, il disagio è attutito da fondi (ad esempio quelli della Provincia, oggi commissariata) e collaborazioni esterne, come quelle fornite dalle associazioni di volontariato abilitate al soccorso in mare e ad effettuare interventi di Protezione Civile. (simone repetto)
