La Nuova Sardegna

«I lavori nelle saline di Carloforte non erano autorizzati»

«I lavori nelle saline di Carloforte non erano autorizzati»

La denuncia del Gruppo di intervento giuridico, che ha pubblicato foto testimonianti il passaggio di mezzi meccanici in alcune vasche dell'importante area umida isolana

20 maggio 2014
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CARLOFORTE. I lavori di pulizia che hanno interessato le saline di Carloforte, non sono stati autorizzati sotto il profilo ambientale. Lo ha annunciato il Gruppo di Intervento Giuridico, che aveva avviato un'indagine conoscitiva sugli interventi all'interno delle ex saline di Stato, mettendone in dubbio la regolarità e pubblicando foto testimonianti il passaggio di mezzi meccanici in alcune vasche dell'importante area umida isolana. “Il Servizio valutazione impatti della Regione, ha comunicato che non è stato attivato alcun procedimento relativo all’intervento di taglio della vegetazione e transito di mezzi meccanici nella zone umida”, sostiene il responsabile del Gruppo Stefano Deliperi, riferendosi alla risposta che il Savi regionale ha fornito alla richiesta di informazioni “a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti” fatta dagli ecologisti ad aprile. “Inoltre - ha aggiunto Deliperi – lo stesso Savi, nel rammentare che la zona interessata dai lavori ricade all’interno di un'area Sic, ha chiesto al Comune di Carloforte e al Corpo Forestale ogni informazione utile in merito”. Chiarimenti sui lavori svolti, erano stati forniti agli ecologisti dal Comune, ovvero “attività di manutenzione dell’alveo del canale del Macchione, come proseguimento di precedenti lavori, programmati ed eseguiti dalla Provincia di Carbonia Iglesias, sulla base di apposite disposizioni regionali e con i nulla osta degli enti competenti”. “C’è da chiedersi a quali nulla osta e a quali enti competenti faccia riferimento la Gestione commissariale dell'ex Provincia”, ha ribattuto Deliperi. “Visto che il Savi è l’ente competente per la tutela dei siti di importanza comunitaria, ogni attività che possa arrecare danno ai siti protetti deve essere assoggettata a preventiva e vincolante procedura di valutazione di incidenza ambientale, per minimizzarne gli impatti e introdurre misure di compensazione ambientale. Mentre l’ente competente dichiara che non è stato attivato alcun procedimento relativo all’intervento, per giunta svolto in pieno periodo di nidificazione dell’avifauna selvatica”. Il Gruppo d’Intervento Giuridico, intende rivolgersi alla Commissione europea, al Ministero dell’Ambiente e alla Procura di Cagliari per le valutazioni di competenza, per ottenere ulteriori chiarimenti sulla regolarità degli interventi contestati. (simone repetto)

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