La Nuova Sardegna

Arriva il gotha dell’archeologia

di Gianfranco Nurra
Arriva il gotha dell’archeologia

Studiosi ed esperti al congresso internazionale dedicato ai popoli fenicio-punici

18 settembre 2013
3 MINUTI DI LETTURA





CARBONIA. Un parterre d’eccezione, qualificatissimo grazie alla presenza dell’intero gotha mondiale degli archeologi che si occupano di civiltà fenicia e punica. Tutto è pronto a Carbonia e Sant’Antioco per l’ottavo congresso internazionale di studi fenici e punici, previsto per il mese di ottobre. Si tratta di un appuntamento di grande rilievo, che vede ogni quattro anni, riuniti in aree diverse del Mediterraneo interessate agli insediamenti degli antichi popoli levantini, i fenici e poi i cartaginesi, tutti i maggiori studiosi ed esperti del settore, per approfondire i temi della ricerca e divulgare le scoperte più recenti.

Un appuntamento che rappresenta anche uno strumento mediatico e pubblicitario di rilievo, in grado anche di fare da traino sotto il profilo turistico e della economia più in generale. Il primo convegno era stato organizzato a Roma nel lontano 1979 e sempre a Roma era seguito un secondo appuntamento nel 1987. Dal 1992, con il terzo convegno era stata decisa una cadenza quadriennale dell’appuntamento, toccando gli scenari di Tunisi nel 1992, Cadice nel 1995, Marsala nel 2000, Lisbona nel 2005 e Hammamet nel 2009, fino ad arrivare nell’area sulcitana, per fare base stavolta a Carbonia e Sant’Antioco. Ovvero i due centri nei quali si trovano due dei siti maggiormente rilevanti della presenza fenicia e punica nell’area mediterranea. A volere fortemente l’appuntamento è stato l’archeologo che del Sulcis ha fatto quasi la sua casa: stiamo parlando di Piero Bartoloni, professore ordinario di archeologia fenicio-punica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Sassari, che da più di quaranta anni studia gli insediamenti fenicio-punici di Sirai e Sant’Antioco. A lui è stata affidata la presidenza del Congresso, che si muoverà ad tutto campo su una miriade di temi specifici delle civiltà del passato.

«Al di là della enorme rilevanza scientifica del congresso – ha detto Bortoloni – , si tratta di una grande occasione per mettere in vetrina le ricchezze di un’area, come quella del Sulcis, che può diventare una capitale del turismo culturale dell’isola. L’importanza dei siti e dei ritrovamenti di Sirai e di Solky consentono di approfondire le nostre conoscenze, e spesso di scoprire novità di rilievo nella vita e nei riti dei popoli che giunsero in quest’area e si integrarono con la popolazione preesistente». Quasi impossibile raccontare i nomi di tutti gli scienziati che saranno presenti al convegno. Basta però a dare una idea della importanza dell’avvenimento uno sguardo al mondo universitario che questi rappresentano. Oltre alle università italiane, capofila Sassari che di fatto organizza il congresso, ci sono il fiore delle università di Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra, Germania, Belgio, Stati Uniti, Israele, Brasile, Canada, Giappone, Australia, tanto per citarne solo alcuni. Una platea di eccezione per un convegno di rilevanza mondiale e una bella occasione per il territorio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative