La Nuova Sardegna

Carbosulcis, si aspetta un nuovo piano per la miniera 

Carbosulcis, si aspetta un nuovo piano per la miniera 

Oggi i minatori decideranno se continuare l’occupazione dei pozzi. Il direttore Porcu: secondo progetto pronto a novembre

02 settembre 2012
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NURAXI FIGUS. Domani alle 8 e mezza, l’assemblea dei minatori della Carbosulcis deciderà se continuare l’occupazione dei pozzi, oppure tornare alla normale attività. Sarà una assemblea non breve perchè col passare del tempo emerge con sempre maggiore chiarezza che lo schiaffo diplomatico che il governo ha dato alla Regione, ha cominciato a far sentire i suoi effetti. Non è escluso che in assemblea, aperta alla stampa, possano emergere posizioni diverse, sinora non espresse pubblicamente, dentro al sindacato, sia tra la Rsu che tra questa e gli organismi superiori. In ogni caso l’incontro che l’altra notte il presidente Cappellacci, l’assessore Zedda e i vertici della società hanno avuto con i minatori si è svolto in un clima che non era certo di trionfale soddisfazione.

Il messaggio che il governo ha infatti rivolto alla Regione, unico interlocutore in questa vertenza è stato netto: «Vuoi continuare a pensare al progetto integrato? Riprogetta il piano e pedala, sapendo che il tempo delle proroghe a scatola chiusa è finito». Risulta alla Nuova che gli uffici del ministero non stiano pensando a una proroga per il bando di gara definita nel tempo, un anno, come le altre due, ma solo per il tempo necessario alla definizione del nuovo progetto, le cui caratteristiche dovranno essere profondamente riviste. Non un “restyling” come si augurava sino a ieri il presidente della Sotacarbo (e direttore generale della Carbosulcis) Mario Porcu, con una cura dimagrante del vecchio progetto che riducesse di un terzo i costi, ma un vero e proprio cambio di passo, un altro progetto, con altre caratteristiche, e soprattutto con una diversa filosofia, che stacchi la centrale dalla miniera e non obblighi il costruttore della centrale ad acquistare per contratto una elevata parte della materia prima dalla Carbosulcis. La commissione europea, nell’ultima nota del 24 luglio, chiede all’Italia proprio questo. Un matrimonio che verrebbe interrotto con danni irreparabili per la miniera. L’altra notte Cappellacci ha annunciato che il nuovo progetto sarà ben diviso in tre parti; una riguardante i costi di adeguamento per la miniera, una sul costo di investimento della centrale, e una terza per l’investimento riguardante lo stoccaggio della Co2. Una tripartizione del genere era presente anche nel vecchio progetto, ma le somme erano improponibili: 65 milioni di euro per la miniera, 965 per la centrale e 534 per la sezione della cattura e stoccaggio della Co2. Totale 1,5 miliardi di euro. Già il 28 settembre dello scordo anno la Commissione europea aveva chiesto chiarimenti al pasticciato progetto annunciato per vie brevi dalla Regione, ma evidentemente non aveva ricevuto risposte esaustive se lo scorso luglio ripete le stesse richieste: spiegateci perchè volete dare aiuti diretti alla miniera, perchè la centrale deve comprare il suo carbone e perchè avete deciso di ipotizzare quei costi per la cattura della C02. «Non è che volete per quella via finanziare indirettamente la centrale e la miniera?». Insomma, l’Europa fa sul serio e ci chiede di non presentare solo delle tabelline ma un progetto finanziario completo e davvero serio.

Ora la Sotacarbo, con il presidente Porcu ritiene che bastino poche settimane per mettere mano al progetto, e che tutto sarà pronto entro novembre. A questo punto la proroga avverrà solo per il periodo necessario all’espletamento della gara, sempre che qualcuno vi voglia partecipare. È questo il grande enigma che attanaglia i minatori: dimostrare di saper fare bene i compiti a casa e poi trovarsi senza alcuna proposta di intervento. Sarebbe una doppia beffa, non l’ultima per una storia che in venti anni ha registrato più repentini colpi di scena che corrette e lineari decisioni. (g.cen.)

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