La Nuova Sardegna

Matrimonio in stile british per Barbara Serra

Simone Repetto
Matrimonio in stile british per Barbara Serra

Con un bel maestrale e un sole ancora caldo, la giornalista di Al Jazeera e Mark Austin hanno incoronato il loro sogno d'amore a Carloforte. il tutto tra l'attesa e la curiosità per un evento mondano a cui la tranquilla cittadina non è abituata

15 luglio 2008
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Con un bel maestrale e un sole ancora caldo, nel tardo pomeriggio di ieri Barbara Serra e Mark Austin hanno coronato il loro sogno d’amore. A Carloforte, in uno dei luoghi prediletti dall’affascinante volto di Al Jazeera International. C’era molta attesa e curiosità per questo evento mondano, a cui la tranquilla cittadina carolina non è abituata. Ed è proprio per questa caratteristica che la Serra, padre sardo di Decimomannu e madre siciliana, ha scelto l’isola di San Pietro, lontana dai clamori di altri lidi, molto più glamour e chiacchierati.

Una cerimonia semplice ma curata, quella di ieri, dove ha dominato lo stile inglese, quello di provenienza della maggior parte degli oltre cento invitati, che ha attirato l’attenzione e la curiosità dei tabarchini, non abituati a vedere, alle cerimonie nuziali, colori, abiti ed accessori sgargianti, indossati da uomini e donne di notevole statura e lineamenti nordici.

Con un ritardo «accademico» di una decina di minuti, gli sposi, accompagnati dai familiari e dalle damigelle d’onore, hanno varcato la soglia della chiesa di San Carlo. Ad attenderli c’era il parroco Lino Melis e una navata colma di invitati e curiosi.

Entrambi cattolici e battezzati, Mark e Barbara hanno scelto, per la loro unione religiosa, un rito per così dire abbreviato, senza la celebrazione finale dell’eucaristia. Una scelta probabilmente indotta dalle diverse fedi religiose dei presenti, tra cui protestanti e musulmani, che hanno fatto del matrimonio un piccolo caleidoscopio di razze, religioni e tradizioni.

Non poteva essere altrimenti, considerando la carriera e la professione della Serra, ma anche di Mark che, seppur di base a Londra, hanno avuto e hanno contatti, tra colleghi e amici, provenienti dai quattro continenti.

Lei è arrivata all’altare elegantissima, in abito bianco scollato, coperto da un velo trasparente su cui risaltavano splendidi ricami a mano. Lui, in abito blu, camicia bianca e cravatta azzurra, simile a quella di altri invitati, che sfoggiavano una eleganza tipicamente «british».

Il rito vero e proprio ha colto Mark emozionato più di Barbara, che decisa, ha detto sì senza titubanze, come il suo sposo in inglese. Lingua utilizzata anche in alcune letture e nel canto finale di ringraziamento, una melodia tradizionale anglosassone, molto apprezzata dal pubblico.

Gli scatti dei fotografi sono proseguiti nel sagrato, dove l’immancabile riso e i flash hanno salutato gli sposi con applausi di buon auspicio. Continuati nel corso Tagliafico, classico proscenio dei matrimoni carolini, prima di entrare nei festeggiamenti veri e propri, a cura della famiglia Pomata. L’aperitivo è stato servito al Niko Bar, di Antonello Pomata, prima di salire al Guardiamori, al centro dell’isola, nella discoteca all’aperto appositamente prenotata per l’occasione. Dove era pronto il banchetto allestito da Luigi Pomata, amico della sposa, che ha preparato un menù dove gli ingredienti della cucina tradizionale sarda e tabarchina, si sono sposati alle tendenze culinarie ed alle sperimentazioni di sapori e gusti care allo chef.

Non convenzionale anche l’auto scelta dagli sposi: una fiammante Land Rover verde Amazzonia con capotte bianca. Come dire, sposi «sportivi», uno stile confermato dalla passione di entrambi per l’aria aperta ed il mare, considerando che Mark, anche ieri, non ha rinunciato alla consueta corsa mattutina.
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