La Nuova Sardegna

Cagliari

Dai banchi di scuola alla barca a vela, i ragazzi della Ugo Foscolo "imparano veleggiando"

Dai banchi di scuola alla barca a vela, i ragazzi della Ugo Foscolo "imparano veleggiando"

Si è concluso a Cagliari il progetto pilota a bordo dell’imbarcazione Carpe Diem dell'associazione Amici della Lupa

22 giugno 2017
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CAGLIARI. Nelle scorse settimane si è svolta a Cagliari l’ultima giornata, delle quattro previste, del progetto “Impariamo veleggiando" che ha visto coinvolta la scuola secondaria di primo grado Ugo Foscolo ​di Cagliari ​ e l’associazione sportiva di vela “Amici della Lupa Asd”. Il progetto si è svolto a bordo dell’imbarcazione Carpe Diem, un Grand Soleil 46.3, in uso alla associazione.

Si è trattato di un progetto pilota avviato con lo scopo principale di promuovere e incrementare la presenza dello sport velico nel mondo scolastico ma sopratutto instaurare ed accrescere la cultura del rispetto, con particolare riferimento allo spirito di collaborazione e alla comprensione delle dinamiche di gruppo.

Il progetto è stato fortemente voluto dalle professoresse Maria Tonia​ Deidda ​ ​e Anita Cossu, e ha trovato nella dirigente scolastica della Ugo Foscolo, Gisella Caddeo, una immediata approvazione. L’idea era quella di creare un primo contatto con il mondo della vela al fine di stimolare la curiosità e la fantasia dei ragazzi per aiutarli ad approfondire la conoscenza dei proprio potenziali, della forza del gruppo e dell’arte marinaresca.

«Io non so se alla fine il progetto abbia raggiunto gli scopi prefissati dalle docenti che hanno collaborato per realizzarlo ma posso garantire che dal mio punto di vista l’obbiettivo è stato pienamente raggiunto! Ho visto tanta felicità nei volti dei ragazzi, e il loro impegno è stato totale sia quando è stato richiesto uno sforzo mentale, per memorizzare tanta nomenclatura della vela, sia quando è stato richiesto uno sforzo fisico non indifferente, viste le caratteristiche della barca utilizzata, per le normali operazioni quali “cazzare e lascare”. Non avevamo certamente l’ambizione di creare dei velisti professionisti in questi quattro incontri ma crediamo che l’imprinting dell’andare a vela sia stato dato e se lo porteranno appresso per tutta la vita», afferma Davide Macciotta presidente della Asd Amici della Lupa.

«Il progetto si è svolto tra marzo, aprile e maggio con quattro incontri, ciascuno dei quali ha avuto una durata di quattro ore, con svolgimento a bordo dell’imbarcazione Carpe Diem, in orario curricolare. E’ stata fatta una lezione in porto mentre nelle altre 3 si è sempre usciti per mare. Abbiamo avuto modo di constatare come i ragazzi abbiano preso consapevolezza di appartenere a un gruppo e come si sia riusciti a stimolare la ricerca e la scoperta di nuove abilità. Abbiamo notato anche come si siano identificati in ruoli e funzioni specifiche, rispettando le persone, i materiali e le regole del navigare impartite dal comandante. Abbiamo notato comportamenti nettamente differenti, soprattutto in alcuni studenti, nelle giornate in barca rispetto alle normali giornate con attività didattiche a scuola - dice la professoressa Cossu - ovviamente in senso positivo. Abbiamo notato uno spiccato senso di collaborazione e altruismo in soggetti normalmente restii».

«Il successo del progetto per noi è stato evidente anche da alcuni comportamenti apparentemente insignificanti - aggiunge la professoressa Deidda - come quello di pensare meno alla pausa ricreazione rispetto ad altre attività, segno di un loro coinvolgimento totale nell’esperienza. Anche la richiesta di una replica o il sognare lunghe veleggiate fino alla Spagna sono il sintomo evidente dell’entusiasmo riscontrato. Uno degli obbiettivi del progetto era quello di dare una opportunità ai ragazzi di conoscere la bellezza del mare e corretti modelli di vita, sportiva e non, a bordo di una barca a vela. In una città di mare come Cagliari dovrebbe essere un passaggio obbligato nella crescita di un ragazzo ma sappiamo che purtroppo questo non accade».

Angelo Monni coordinatore del Progetto e vicepresidente della ASD afferma: «Mentre Davide si è occupato sopratutto della “didattica classica” (esecuzione dei nodi, nomenclatura della barca, far capire l’elemento vento e illustrare le andature) io mi sono occupato soprattutto di far comprendere da subito l’importanza della disciplina e della sicurezza a bordo. Il metodo utilizzato è sempre stato quello di non creare paure e timori ma coinvolgendo e responsabilizzando i ragazzi, spesso anche in modo scherzoso o creando delle piccole competizioni, in modo che loro stessi arrivassero ad apprendere spontaneamente le cose».

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