La Nuova Sardegna

Cagliari

Traffico di esseri umani, stroncata un'organizzazione criminale a Cagliari

La conferenza stampa in questura (foto Mario Rosas)
La conferenza stampa in questura (foto Mario Rosas)

Nel mirino della polizia un gruppo di nigeriani. L'accusa è anche di sfruttamento della prostituzione

08 giugno 2017
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CAGLIARI. Sei ragazze nigeriane e ghanesi, una delle quali minorenni, sono state ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi da una rete di connazionali: 13 di questi oggi 8 giugno sono stati arrestati, 9 di loro sono donne, alcune ex prostitute passate dall'altra parte dell'organizzazione. L'inchiesta è cominciata tre anni fa e si è conclusa in quest'ultimo mese. Non è stato facile far parlare le giovanissime donne finite nella tratta delle schiave perché tutte tenute prigioniere fisicamente ma anche psicologicamente attraverso il ricatto dei riti vodoo con i quali minacciavano di morte loro oppure i familiari. Una di queste, mamma di un bambino, non ha mai neppure tentato di ribellarsi perché la "rete" le aveva promesso ritorsioni feroci sul piccolo.

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L'operazione che ha portato agli arresti delle 13 persone è avvenuta tra Cagliari, Perugia, la provincia di Pistoia, Reggio Calabria e Pescara ed è stata condotta dagli agenti della squadra mobile diretta da Marco Basile con il supporto del Reparti Prevenzione Crimine Sardegna in collaborazione con le polizie delle altre regioni collegate alla Sardegna nel traffico di esseri umani.

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Le donne venivano agganciate nei loro paesi natii, in Nigeria e in Ghana, con la promessa di un lavoro onesto. In alcuni casi erano state proprio le famiglie ad affidare le figlie all'organizzazione di connazionali. Una aveva trovato il contatto con una connazionale che garantiva per un lavoro in Europa attraverso Facebook. Le ragazze partivano da casa loro col miraggio di arrivare in Italia o in altri paesi europei, ma finivano subito nei campi profughi della Libia dove agli organizzatori del viaggio cadeva la maschera e cominciavano le brutalità. Stupri, botte, violenza psicologica.

Giunte in Sardegna o in altre città italiane venivano segregate in appartamenti (la polizia ne ha scoperti sei tra Cagliari, Quartu e uno a Perugia) senza cellulare e poi mandate in strada. Feroce l'ingaggio, disperante il futuro perché uomini e donne della rete di trafficanti di esseri umani sostenevano di aver speso 30mila euro per farle arrivare in Europa e tanto dovevano restituire prostituendosi. La tariffa delle nigeriane è molto bassa per cui a ciascuna si profilavano dai sette ai dieci anni di prostituzione.

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Fondamentale nella conduzione dell'indagine coordinata dal pm Rita Cariello lo sportello antitratta composto da psicologhe e medici che hanno conquistato la fiducia delle donne che alla fine hanno messo la polizia sulle tracce dei loro sfruttatori

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