La Nuova Sardegna

Cagliari

Sant'Efisio edizione 361: la Sardegna scioglie il suo voto

Mario Girau
Via Roma ricoperta di fiori per il passaggio di Sant'Efisio (foto Mario Rosas)
Via Roma ricoperta di fiori per il passaggio di Sant'Efisio (foto Mario Rosas)

Oggi primo maggio dalla chiesetta di Stampace a Cagliari si muove la statua del santo che viene accompagnata fino a Nora luogo del martirio. Nel corteo rappresentanze di tutta l'isola. Sono 30 i comuni sardi che una volta l'anno dedicano una cerimonia a "su protettori poderosu"

01 maggio 2017
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CAGLIARI. La sagra di maggio, la processione interminabile, lo sfolgorio di colori prodotto dai costumi di decine di paesi sembrano circoscrivere la devozione a sant'Efisio, alla città di Cagliari e ai Comuni attraversati dal pellegrinaggio fino a Nora, Capoterra, Sarroch, Villa san Pietro e Pula. Ma non è così. Sant' Efisio è regionale. Anzi, a ben guardare italiano.

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Sono almeno trenta i comuni sardi che annualmente dedicano momenti di festa a "su protettori poderosu" che a metà del 17° secolo, secondo la tradizione, liberò la Sardegna dalla peste. Si comincia il 15 gennaio, festa liturgica, che ricorda in tutta la Sardegna il giorno della decapitazione. Messa solenne ovviamente nel santuario cagliaritano di Stampace, ma anche a Seui dove un'antica consuetudine vede i giovani trascorrere la notte della vigilia intorno ai falò accesi in tutti i rioni.

Praticamente stessa usanza, risalente al Settecento, a Tramatza portata da uno sconosciuto che, per grazia ricevuta, avrebbe fatto ardere un grande fuoco per riscaldare anche la povera gente impossibilitata a raccogliere legna. Continuando l'elenco dei paesi coinvolti ecco Quartucciu, Talana, Lotzorai, Quartu Sant'Elena, Oristano

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Sant'Efisio ha conosciuto anche l'emigrazione. Le sue reliquie, insieme con quelle dei santi Potito, Lussorio, Cesello e Camerino furono traslate tra il 1080 e il 1088 a Pisa e lì venerate per otto secoli. Il pretesto di questo trasferimento forzato la volontà di sottrarle alle invasioni arabe. Nel 1886 le reliquie furono restituite alla città di Cagliari.

 

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