La Nuova Sardegna

Cagliari

Trenino verde, patto tra i comuni di Barumini e Mandas

Luciano Onnis
Trenino verde, patto tra i comuni di Barumini e Mandas

I turisti potranno visitare le bellezze dei due territori spostandosi a bordo del treno

28 dicembre 2016
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BARUMINI. Un patto fra i Comuni di Barumini e Mandas per portare i turisti in Marmilla e Trexenta sul Trenino Verde e far ammirare la ricchezza e la varietà di paesaggio dell’entroterra, camminare tra torri nuragiche e nelle vie di centri storici dove il tempo pare essersi fermato, ascoltare antiche tradizioni raccontate dai musei. Tutto questo attraverso un unico servizio trenino-pullman che permetterà visite approfondite nei due territori contigui.

L’accordo siglato dai sindaci di Mandas, Marco Pisano, e di Barumini, Emanuele Lilliu, che sarà operativo già dal 1°gennaio 2017, ha infatti in premessa la definizione e la promozione di itinerari turistici che integrino le tratte percorse dal Trenino Verde sulla linea Mandas-Laconi con gli attrattori storico-culturali e paesaggistici ricadenti sul territorio dei due comuni firmatari del patto. L’intento è proprio quello di diffondere la conoscenza di tale patrimonio, aumentarne e migliorarne la fruibilità, e incentivare di conseguenza un aumento dei flussi turistici verso questi territori, con particolare riferimento al turismo scolastico.

A tale scopo, in fase di prima attivazione, i Comuni di Mandas e Barumini si sono impegnati ad acquistare, per la prossima primavera, quattro corse del Trenino Verde per la tratta Mandas-Nurallao, che consentirà a diverse scolaresche della Sardegna non solo di addentrarsi e scoprire, in maniera suggestiva, la natura di questo territorio, ma anche di proseguire la propria giornata tra Su Nuraxi, Casa Zapata e Centro culturale Giovanni Lilliu a Barumini e il centro storico di Mandas con la Casa museo "Is Lollas de is Aiaiusu" e il Museo d’Arte sacra “Peregrinatio Fidei”.

Si tratta di una “sfida”, un investimento fortemente voluto sul quale entrambi i sindaci hanno voluto scommettere, “nella convinzione che solo con l’integrazione di risorse ambientali e storico-culturali, ma anche con il dialogo e la condivisione di esperienze, sia possibile valorizzare i territori dell’entroterra e generare sul lungo periodo esternalità positive non solo in ambito culturale, ma anche sociale ed economico”.

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