La Nuova Sardegna

Cagliari

Uccise i genitori adottivi, Igor Diana si impicca in carcere

Igor Diana
Igor Diana

Il cameriere 28enne aveva ammazzato padre e madre nella loro villetta di Settimo San Pietro e poi era fuggito restando latitante per un giorno intero, la polizia lo aveva arrestato nei pressi di una casa che il genitore possedeva in campagna

05 dicembre 2016
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CAGLIARI. Igor Diana, il 28enne in carcere per aver ucciso nel maggio 2016, nella loro abitazione di Settimo San Pietro, i genitori adottivi, Giuseppe Diana, di 67 anni, e la moglie Luciana Corgiolu, di 62, si è suicidato nella cella del carcere di Cagliari-Uta, dove era rinchiuso.

Il giovane si è tolto la vita impiccandosi. Inutile ogni tentativo di rianimarlo da parte del personale medico del penitenziario.

Igor Diana aveva ucciso padre e madre tra domenica e lunedì 8 e 9 maggio 2016, ma i corpi erano stati trovati soltanto la mattina di mercoledì quando una parente che aveva le chiavi della villetta era andata a casa loro su richiesta dell'altro figlio, Alessio, militare nell'Esercito in servizio a Roma, che aveva telefonato varie volte senza mai riuscire a trovare i genitori.

Giuseppe Diana era un ristoratore piuttosto conosciuto mentre la madre era infermiera professionale nella Ginecologia dell'ospedale Brotzu. Entrambi erano persone rispettate e stimate. Igor e Alessio erano due fratellini che i coniugi Diana avevano adottato quando erano molto piccoli. Igor faceva il cameriere e nell'ultimo locale dove aveva lavorato, il Bellavista sul lungomare di Quartu, aveva lasciato un buon ricordo di ragazzo gentile e professionale.

Gli agenti della squadra mobile diretti da Alfredo Fabbrocini avevano arrestato il giovane nei pressi di Nuxis circa 36 ore dopo la scoperta dei cadaveri. Alla vista della polizia aveva cercato di scappare e aveva impugnato la pistola contro gli agenti, uno dei poliziotti di lunga esperienza l'aveva fermato colpendolo a un braccio. Così il giovane era stato ricoverato in ospedale a Iglesias e da qui era stato portato nel carcere di Uta nel centro medico. Alle ricerche avevano partecipato attivamente anche i carabinieri con l'elicottero. Agli agenti aveva reso piena confessione.

Il direttore del carcere Gianfranco Pala dichiara: "Era tranquillo, lo seguiva uno psichiatra, nulla del suo comportamento lasciava presagire una decisione del genere". In carcere lo andava a trovare periodicamente l'avvocata. Era in attesa di processo, la data non era ancora stata fissata.

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