La Nuova Sardegna

Cagliari

Euroallumina, gli operai manifestano ancora davanti all'assessorato regionale all'ambiente

Una manifestazione degli operai Euroallumina
Una manifestazione degli operai Euroallumina

È il giorno in cui l’azienda depositerà le integrazioni e gli studi richiesti dalla Regione per ottenere le autorizzazioni ambientali al progetto per la ripresa della produzione dell’allumina nello stabilimento di Portovesme

15 settembre 2016
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CAGLIARI. Nuova manifestazione degli operai Euroallumina. Una ventina di lavoratori, con caschi bianchi e tute verdi, è tornata oggi 15 settembre a Cagliari, per manifestare davanti all’assessorato regionale dell’Ambiente in via Roma. È il giorno in cui l’azienda depositerà le integrazioni e gli studi richiesti dalla Regione per ottenere le autorizzazioni ambientali al progetto per la ripresa della produzione dell’allumina nello stabilimento di Portovesme (Sulcis).

«Da questo momento sollecitiamo per un positivo esito del procedimento», dice Antonello Pirotto della Rsu, anche oggi sotto l’assessorato con un casco argento e la bandiera dei quattro mori sulle spalle, a guidare il terzo presidio delle tute verdi dai primi del mese. La zona è sorvegliata da polizia, carabinieri e da vigili urbani in moto.

Il progetto in attesa di ottenere le autorizzazioni dal Savi, il servizio valutazioni ambientali della Regione, e dall’ex Provincia di Carbonia-Iglesias, prevede una nuova centrale termica a carbone, l’adeguamento della raffineria per utilizzare bauxiti tri-idrate come materia prima per la produzione dell’allumina e l’ampliamento del bacino dei fanghi rossi, residui del ciclo produttivo. Ogni giorno, intanto, un centinaio di addetti si alternano al lavoro per la gestione dell’impianto: come più volte precisato dalla Rsu, lo stabilimento ha sì fermato la produzione ma non è mai stato chiuso definitivamente. Anzi, riferisce la rappresentanza sindacale, sono sempre più frequenti le visite di dirigenti e tecnici della proprietaria Rusal negli impianti di Portovesme.

I lavoratori temono che in caso di esito negativo delle procedure autorizzative si perda un investimento di circa 190 milioni di euro che darebbe lavoro a 357 dipendenti (con una novantina di nuovi assunti), oltre a operai dell’indotto e degli appalti.

Gli operai, al momento in cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale (36 mesi dal 1 gennaio per 291 persone) che attendono di tornare al lavoro, speravano che le procedure fossero definite entro giugno, ma l’azienda il 15 maggio aveva ottenuto una proroga di 90 giorni, che scade oggi, per produrre la documentazione integrativa richiesta dalla Regione.

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