La Nuova Sardegna

Cagliari

Goni: "Ospitiamo i bimbi delle zone terremotate. E salviano la nostra scuola"

Gian Carlo Bulla
Una veduta di Goni
Una veduta di Goni

Trenta famiglie del paese sono pronte ad accogliere per tutto il tempo necessario altrettanti bambini di Amatrice e degli altri paesi colpiti dal sisma del 24 agosto. Lettera del sindaco al ministro e alla Regione

10 settembre 2016
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GONI. Le famiglie dei trenta studenti di Goni che devono frequentare la scuola primaria e secondaria di primo grado sono disposte a ospitare altrettanti bambini delle zone colpite dal terremoto dello scorso mese di agosto rimasti senza casa. Ne ha dato comunicazione al ministro dell’istruzione, università e ricerca Stefania Giannini, Giovanni Maria Cabras, il sindaco del più piccolo paese del Gerrei, dopo Armungia, che conta appena 500 abitanti.

”Vogliamo dare a questi ragazzi in età scolare, coetanei dei nostri bambini e ragazzi - sottolinea il sindaco Cabras -, per tutto il tempo necessario alla ricostruzione, l’opportunità di passare un po' di tempo lontani dai luoghi che hanno causato loro tante sofferenze. Abbiamo edifici scolastici capienti e attrezzati e siamo un paese solidale ed ospitale”.

Il sindaco ha comunicato la disponibilità dei genitori anche al presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru, al prefetto di Cagliari Giuliana Perrotta e all’assessore regionale alla pubblica istruzione Claudia Firino. “Le chiediamo di prendere in considerazione la nostra proposta - si legge nella lettera che il sindaco Cabras ha scritto al ministro Giannini - organizzando nei modi e tempi che riterrà opportuni il servizio di accoglienza nel nostro paese”.

La proposta dei genitori di Goni è stata fatta quasi sicuramente, oltre che per motivi di solidarietà, anche con la finalità di evitare la chiusura della scuola primaria e secondaria di primo grado prevista dal piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica regionale. Il numero degli alunni iscritti è insufficiente per il mantenimento dei due ordini di scuola.

“I tagli indiscriminati ai più elementari servizi effettuati a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso - denuncia il sindaco Cabras - con il passare del tempo, hanno minato la sopravvivenza del nostro paese come dimostra il continuo calo demografico che negli ultimissimi anni siamo riusciti ad arrestare. Le famiglie degli studenti sono in fermento. Se non verrà concessa una deroga e le scuole chiuderanno minacciano di non mandare i propri figli a scuola. Sono contrarie al pendolarismo per motivi di sicurezza. Le strade di collegamento sono, infatti, tortuose e pericolosissime soprattutto nel periodo invernale. Diverse famiglie sarebbero costrette a trasferirsi in altri centri del territorio pur di evitare il pendolarismo ai propri figli. Ciò costituirebbe la “morte” sicura del nostro paese ricco di storia, di archeologia, tradizioni e patrimonio da tutelare e valorizzare”.

Negli ultimi anni il comune ha speso molte risorse per ristrutturare gli edifici scolastici, metterli a norma, dotarli di efficiente impianto energetico, di reti internet e per l’acquisto di nuovi arredi.

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