La Nuova Sardegna

Cagliari

Fondi Sardegna, chieste 14 condanne dai 2 ai 7 anni

Fondi Sardegna, chieste 14 condanne dai 2 ai 7 anni

Le richieste del pm Marco Cocco nel processo sull'utilizzo illecito dei fondi destinati ai gruppi consiliari

30 maggio 2016
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CAGLIARI. Si è conclusa con la richiesta di condanna di tutti i 14 imputati rimasti a processo a Cagliari per la prima tranche dell'inchiesta sull'utilizzo dei fondi ai gruppi politici del Consiglio regionale della Sardegna dal 2004 al 2009, la requisitoria del pubblico ministero Marco Cocco. Il magistrato ha chiesto per i 14 ex consiglieri regionali, accusati di peculato, pene dai due anni ai due mesi sino a un massimo di sette anni. Dei 20 politici indagati iniziali, il numero si era ridotto a 14 dopo una condanna in abbreviato, due assoluzioni, due posizioni stralciate e la morte di un ex consigliere.

Una raffica di richieste di condanna tra i due anni e due mesi e i sette anni di reclusione, pena più alta richiesta per l'ex consigliere del Psd'Az Giuseppe Atzeri, accusato oltre che di peculato aggravato anche di mobbing dall'ex funzionaria del Consiglio regionale Ornella Piredda. Dopo tre udienze, si è chiusa nella tarda mattinata la requisitoria del pm Cocco al processo sull'utilizzo illecito dei fondi destinati al Gruppo Misto della XIII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna.

Il magistrato che ha coordinato la prima inchiesta sui fondi (poi ne sono arrivate altre che hanno coinvolto altri gruppi anche della XIV legislatura con quasi 80 consiglieri regionali indagati) ha chiesto dunque 7 anni di carcere per Atzeri, 5 per Mario Floris - leader dell'Uds e attualmente consigliere - e Maria Grazia Caligaris, 4 per Carmelo Cachia, Oscar Cherchi, Salvatore Serra, Sergio Marracini, Raffaele Farigu; 3 anni per Tore Amadu, i fratelli Alberto e Vittorio Randazzo, mentre per Giommaria Uggias e Pierangelo Masia il pm ha sollecitato 2 anni e due mesi.

L'inchiesta è legata all'utilizzo dei soldi destinati alle attività del gruppo che, secondo la Procura, sarebbero invece stati spesi illegittimamente dagli imputati che ricevevano ogni mese altri 2500 euro. Ma proprio da questa inchiesta sui fondi, la prima nata in Italia dopo la denuncia della dipendente Ornella Piredda, ne sono nate anche altre rivolte ad altri gruppi consiliari e alla legislatura successiva.

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