La Nuova Sardegna

Cagliari

Samatzai, incatenato alla fabbrica da 28 giorni: dai bersaglieri fanfara di solidarietà

Continua la protesta di Silvano Barabino licenziato dalla Abate Meccanica ditta che ha un appalto alla Italcementi

03 gennaio 2016
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SAMATZAI. Da venti giorni vive incatenato davanti ai cancelli dello stabilimento Italcementi di Samatzai e non intende liberarsi finché non sarà reintegrato nel posto di lavoro. Silvano Barabino, di 58 anni, ex operaio di Meccanica Costruzioni (poi ceduta ad Abate Meccanica, entrambe ditte d'appalto all'interno di Italcementi), ha ricevuto oggi la visita della fanfara dei bersaglieri, sezione di Domusnovas.

Questa mattina una delegazione di dodici componenti ha manifestato solidarietà all'operaio con un'esibizione della fanfara. Non è il primo attestato di solidarietà: il 26 dicembre 2015 a fargli visita era stato un gruppo di operai dell'Alcoa.

Anche oggi Barabino teneva tra le mani la sentenza del tribunale del Lavoro del 5 giugno 2015 che prescrive il suo reintegro, «una sentenza non definitiva - ha spiegato nei giorni scorsi l'avvocato Sonia Ciampi dello studio Macciotta di Cagliari che tutela gli interessi di Barabino - ma pur sempre provvisoriamente esecutiva, quindi Abate Meccanica non può rifiutarsi di adempiere».

La vicenda ha origine nel 2006 con il licenziamento ad opera di Meccanica Costruzioni. Nel 2011 Meccanica cede l'attività di Samatzai ad Abate. Nella cessione sono compresi tutti i lavoratori, ma non Barabino.

Il 28 dicembre 2016  il direttore di Italcementi ha inviato una lettera alle autorità locali e ai vertici di Abate Meccanica sollecitando una soluzione, precisando, però, che «rispetto alla vicenda noi non abbiamo strumenti per poter intervenire: l'uomo, infatti, non è mai stato un nostro dipendente».

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