La Nuova Sardegna

Cagliari

Carloforte, ordinanza del Comune: via il bitume dalla stradina di Sabino

Simone Repetto
La stradina rurale al centro delle polemiche
La stradina rurale al centro delle polemiche

La viuzza in una zona Sic (interesse comunitario) doveva essere riparata con calcestruzzo cementizio e invece è stato utilizzato il materiale preventivamente bocciato dalla soprintendenza

15 dicembre 2015
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CARLOFORTE. L'asfalto posizionato ad aprile in località Sabino va rimosso, a cura e spese della società che ha svolto lavori non autorizzati. Ma chi ha ordinato all'impresa l'esecuzione degli stessi? Una certezza ed un dubbio non da poco emergono dalla recente ordinanza comunale, emessa dal responsabile dell'area tecnica nell'impossibilità di sanare lavori stradali eseguiti in un'arteria rurale nel pieno centro dell'isola (in area Sic), che suscitarono da subito polemiche e perplessità, a proposito di compatibilità paesaggistica del materiale utilizzato.

I fatti riportano all'ultima decade di aprile, quando la società romana Professionisti del paesaggio (già esecutrice di diversi lavori a Carloforte), in poco tempo sistemò strati bituminosi per rattoppare numerosi tratti dissestati di una strada costruita in calcestruzzo, nel bel mezzo delle alture isolane. Per l'esattezza circa 2mila metri quadri, coprendo il 40 per cento della strada.

L'intervento, venne subito contestato del Gruppo di Intervento Giuridico, che fece vari esposti agli organi competenti denunciandone l'illegalità per mancate autorizzazioni. Una denuncia fondata, in quanto già a gennaio 2014, la Soprintendenza per i beni paesaggistici di Cagliari e Oristano aveva rigettato la richiesta di autorizzazione comunale per manutenzionare la strada con bitume, considerando l'utilizzo di quel materiale “fortemente impattante ed eccessivamente invasivo per le caratteristiche paesaggistiche ancora presenti che contraddistinguono la connotazione tipica del contesto rurale” e giudicando l'intervento proposto non conforme alle norme previste nel piano paesaggistico regionale.

A febbraio 2014, il Servizio Tutela Paesaggio rilasciava al Comune l'autorizzazione a procedere alla riparazione della strada rispettando le indicazioni della Soprintendenza, ovvero senza usare bitume ma calcestruzzo cementizio, pari a quello esistente. Tutto ignorato, il bitume viene piazzato poco più di un anno dopo, mentre ai Carabinieri viene denunciato il fatto con l'apertura di un'indagine, in cui si accerta che quei lavori non solo non erano autorizzati (ne concordati col responsabile d'area comunale, a quanto afferma lo stesso nell'ordinanza), ma sono stati svolti in assenza di progetto e direzione tecnica.

Tutto abusivo ed illegale dunque, per cui la ditta romana dovrà a sue spese rimuovere l'asfalto e ripristinare lo stato preesistente, a meno che non decida di ricorrere al Tar. Un faccenda che potrebbe avere risvolti in sede giuridica e penale, in quanto ad oggi non è chiaro chi ha commissionato all'impresa un intervento preventivamente bocciato, ma che appare incredibilmente misterioso. L'indagine in corso, dovrà accertare varie responsabilità, compresa la presunta (o mancata) vigilanza su lavori eseguiti in ambito comunale.

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