La Nuova Sardegna

Cagliari

La Forestale libera tre tartarughe Caretta caretta finite nelle reti dei pescatori

Simone Repetto
La liberazione di una tartaruga Caretta caretta
La liberazione di una tartaruga Caretta caretta

L'operazione si è svolta nel mare davanti a Pula. A Calasetta un incontro per spiegare come evitare le catture accidentali di specie protette

28 novembre 2015
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CALASETTA. Una giornata dedicata alla sensibilizzazione ed alla salvaguardia delle specie marine protette quando incappano nelle insidie dei pescatori. Con una tripla liberazione di tartarughe marine, il cui recupero si è reso possibile grazie alla loro collaborazione.

Il lieto evento è accaduto nel litorale antistante Pula, a Perd'e Sali, quando il personale della Forestale, insieme a quello del Centro recupero cetacei e tartarughe marine della Laguna di Nora, ha liberato ben tre esemplari di Caretta caretta che erano ricoverati presso la struttura che si occupa di fauna marina nel sud Sardegna.

Le tartarughe erano state trovate nelle acque antistanti Pula, Teulada e Calasetta. Le tartarughe godevano comunque di buona salute, nonostante a due mancassero alcuni arti, mutilazione che, come ha spiegato Giuseppe Ollano del centro recupero di Nora, non impedisce loro di sopravvivere e nutrirsi autonomamente.

La triplice liberazione è stata indotta anche dal brusco cambiamento climatico di questi giorni, così da rimettere i rettili in mare con una temperatura dell'acqua non troppo fredda.

La giornata è proseguita a Calasetta, dove si è tenuto l'incontro “Pesca e specie marine protette”, organizzato nella sede del Centro di Assistenza Pesca, nodo della nuova rete regionale creata per fornire pronte risposte alle esigenze dei pescatori. A loro si sono rivolti Giuseppe Ollano, il presidente regionale di Federcoopesca Roberto Savarino, e Salvatore Cara, della cooperativa Acquacoltura e ricerca.

È stato spiegato come comportarsi in caso di catture accidentali di specie protette, come cetacei, squali e tartarughe, rimarcando l'importanza di monitorare il fenomeno delle catture accessorie e della loro gestione, con l'obiettivo di preservare gli animali ancora vivi ed evitare sanzioni.

Inoltre, nell'ambito di progetti aggregati come Tartalife, sono state esposte ai pescatori metodologie volte alla riduzione delle catture accidentali di tartarughe. Nel caso dei palangari, è risultato determinante l'uso di ami circolari rispetto a quelli standard a J, per cui il prossimo anno partirà un progetto sperimentale per dotare i pescatori di palamiti attrezzati con questi ami e verificarne l'efficacia. Utilizzando invece le reti, si sono dimostrati funzionali allo scopo sistemi acustici e strutturali per lo strascico. 

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