La Nuova Sardegna

Cagliari

Trident, l’isola dice no alla guerra: oggi la protesta al poligono di Teulada

di Stefano Ambu
Trident, l’isola dice no alla guerra: oggi la protesta al poligono di Teulada

Iniziata ieri sera con un sit-in la manifestazione di pacifisti e comitati contro la Nato. Sale la tensione con la questura che non ha autorizzato il corteo. Gli organizzatori: «Noi ci saremo»

03 novembre 2015
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CAGLIARI Bandiere, striscione e tamburi. Con un suono assordante, quasi a voler rispondere a colpi di decibel alle esercitazioni. È iniziata così, ieri sera all'imbrunire davanti ai cancelli di Teulada, la seconda giornata di protesta contro la Trident Juncture 2015.

Un sit in, quello lanciato da Sardegna pulita, indipendentisti e pacifisti, sorvegliato dalle forze dell'ordine. Poi cena al sacco. E sacco a pelo per dormire. Ma oggi, terza tappa, sarà probabilmente un'altra cosa. Diverse le incognite. Prima, il numero dei partecipanti, molti di più rispetto a ieri: solo da Cagliari sono stati riempiti tre pullman del Comitato studentesco per circa 100- 150 persone. Ma non ci saranno solo loro: prevista la presenza di tanti militanti delle associazioni pacifiste e antimilitariste.

Secondo punto,la questione autorizzazioni. Ieri mattina è saltato l'ultimo tentativo di accordo tra promotori e Questura che era stato molto preciso: in questi termini- e cioè con le persone in movimento lungo il perimetro della base, non è una manifestazione autorizzata. Difficile prevedere che cosa succederà oggi: la tensione rimane alta. Soprattutto dopo la decina di fogli di via che hanno scatenato le proteste di sindacati, associazioni e anche movimenti politici.

La posizione di Cobas scuola e Usb è stata resa nota ieri mattina in una conferenza stampa. «La comunicazione della manifestazione – è stato spiegato – è stata regolarmente consegnata. A parte alcune dichiarazioni alla stampa del questore non abbiamo ricevuto formalmente alcuna comunicazione negativa. Saremo a Teulada».

La questione autorizzazioni intanto arriva in parlamento: il deputato di Unidos Mauro Pili ha presentato un'interrogazione al ministro dell'interno. «Il governo ha il dovere di garantire al Popolo Sardo la libertà di manifestare il proprio legittimo diritto alla protesta contro un atteggiamento invasivo e prevaricatore dello Stato verso la Sardegna».

Più cauta Rossella Pinna, consigliere regionale del Pd: «La mia posizione rispetto a un antimilitarismo ''spinto'' è diversa rispetto ai manifestanti, per quanto ritenga che comunque una manifestazione non debba mai essere impedita. Non so quali siano le motivazioni che hanno spinto il questore a prendere questa decisione».

Dubbioso anche il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Penso che nell''imporre questo divieto, che rappresenta un'eccezione rispetto alle consuetudini, il questore avrà avuto sicuramente le sue buone ragioni». Il vice capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, teme che la decisione del questore possa contribuire ad aumentare le tensioni d è comunque favorevole alla libera manifestazione del pensiero. così come Luca Pizzuto, segretario di Sel che probabilmente andrà alla manifestazione. In trincea l'indipendentista Doddore Meloni e Sardegna pulita con Angelo Cremone.

Appello anche di Sardegna Libera: «Il Questore - chiede Claudia Zuncheddu- autorizzi il corteo di Teulada». All'attacco anche i Rossomori: «Da quando in qua i sardi non possono avere la libertà di manifestare pacificamente il proprio dissenso? Siamo forse relegati a una condizione di libertà vigilata?» Naturalmente oggi ci saranno.

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