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Cagliari calcio, compravendita dei giocatori: rinviato il processo a Cellino

L'ex presidente dei rossoblù è accusato di evasione fiscale per alcune presunte irregolarità finanziarie nel trasferimento di Edgar Alvarez e Joe Bizera

16 ottobre 2015
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CAGLIARI. Aperto e subito rinviato il processo per la compravendita dei calciatori Edgar Alvarez e Joe Bizera nel quale è imputato per evasione fiscale l'ex presidente del Cagliari Massimo Cellino, oggi assente in aula. Davanti al giudice Giorgio Altieri, questa mattina si sono ammesse le prove e le liste dei testimoni di accusa e difesa, prima che l'udienza venisse rinviata al 10 dicembre per l'inizio del dibattimento.

L'inchiesta era nata da un accertamento dell'Agenzia delle entrate sull'anno 2007, quando emersero irregolarità di tipo finanziario nel trasferimento dei due giocatori. Difeso dall'avvocato Giovanni Cocco, l'attuale patron del Leeds Utd aveva presentato un pronunciamento della commissione tributaria che avrebbe già dato ragione, ridimensionando la contestazione fiscale sotto la soglia penale.

Ma questo non è bastato a salvarlo dal rinvio a giudizio. Sempre oggi, ma nell'aula del giudice Stefania Selis, è proseguito un secondo processo a carico di Cellino: quello che lo vede imputato di contrabbando per aver importato lo yacht «Lucky 23» dagli Stati Uniti senza pagare quanto dovuto alle dogane. Ascoltati due testimoni, un funzionario dell'Agenzia delle dogane e un dipendente della marineria di Sant'Antioco, che hanno ricostruito le fasi iniziali dell'inchiesta e il periodo nel quale la barca era in rimessa prima del sequestro.

L'udienza è poi stata aggiornata al 27 gennaio 2015 per sentire altri testi e un consulente. L'ex presidente del Cagliari è già stato condannato al pagamento di una multa di 600 mila euro per evasione sull'Iva relativa all'importazione di un'altra barca arrivata dagli Usa e risulta sotto processo anche per aver portato, sempre dagli Stati Uniti, un fuoristrada senza pagare il dovuto allo Stato. Le barche e il Land Rover sono state sequestrate dopo l'inchiesta del pm Andrea Massidda.

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