Villasor, fotovoltaico: il presidente della coop accusato di incendio doloso
Dopo il sequestro dell'impianto della Twelwe Energy le indagini hanno messo in luce una possibile connessione tra due roghi di vaste proporzioni e il presidente della cooperativa legata alla società produttrice di energia
03 ottobre 2015
2 MINUTI DI LETTURA
CAGLIARI. Dopo il sequestro dell'impianto fotovoltaico a Villasor, considerato uno dei più grandi al mondo, scattano nuovi accertamenti sulla «Twelve Energy società Agricola» e sulla cooperativa «Alternativa per la Vendita Diretta», legata alla Twelve Energy perché obbligata contrattualmente a fornire un reddito dalla serricoltura, equivalente a derivante dalla cessione di energia elettrica.
Nei confronti del presidente della società cooperativa, Giorgio Piras, è scattato il provvedimento cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento, notificato dal Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale, è stato firmato dal Gip Ornella Anedda. Piras è accusato di incendio doloso, relativamente a due roghi scoppiati a Villasor nelle serre dall'impianto fotovoltaico l'11 luglio e il 7 agosto 2015.
Dopo gli incendi, infatti, il Corpo forestale ha avviato le indagini per verificare un'eventuale connessione con la truffa per indebita percezione di erogazioni pubbliche e lottizzazione abusiva che, il 2 luglio 2015 con l'operazione Helios, aveva portato al sequestro dell'impianto fotovoltaico della Twelve Energy. Secondo quanto accertato dalle indagini, la produzione agricola, nonostante gli oneri contrattuali assunti dalla cooperativa di cui è presidente Piras e da altre cooperative del luogo, sono stati negativi e Piras avrebbe appiccato i roghi per camuffare in qualche modo la mancanza di produzione, ma secondo il Gip anche per fare pressioni su un'altra azienda, la Ges, con la quale aveva in corso trattative per l'affidamento in sub-appalto delle attività di sfalcio di erba e delle sterpaglie necessarie per la prevenzione degli incendi.
