La Nuova Sardegna

Cagliari

Omicidio Pittau, interrogato in Procura il figlio del muratore ucciso a Villacidro

Luciano Onnis
Il luogo dell'omicidio Sisinnio Pittau (nel riquadro) a Villacidro
Il luogo dell'omicidio Sisinnio Pittau (nel riquadro) a Villacidro

La famiglia del muratore colpito alla schiena da una fucilata a pallettoni non crede all'incidente di caccia e all'errore dei bracconieri

01 settembre 2015
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VILLACIDRO A diciassette giorni da quello che è apparso un incidente di caccia di frodo (anche se i familiari della vittima continuano a sostenere che ci sarebbe ben altro), oggi martedì 1° settembre al terzo piano del palazzo di giustizia di Cagliari c'è stato un rapido faccia a faccia tra il sostituto procuratore della Repubblica, Alessandro Pili, e il figlio di Sisinnio Pittau, il muratore di 51 anni ucciso a Villacidro la sera del 13 agosto, con una fucilata a pallettoni alla schiena.

Il magistrato titolare del fascicolo aperto con l'ipotesi di omicidio colposo ha convocato per un interrogatorio il figlio della vittima, Antonio Pittau (25 anni), ma il contenuto di quanto verbalizzato è rimasto coperto dal più stretto riserbo. Al termine del colloquio, né il pm Pili né l'avvocato Gianfranco Siuni, legale della famigliai del muratore ucciso, hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito a quanto detto al magistrato inquirente

. L'ipotesi, ma non ci sono ancora certezze, è che ora gli investigatori abbiano deciso di effettuare ulteriori accertamenti, non escludendo di poter modificare l'ipotesi di reato originaria. Già una settimana fa, infatti, proprio l'avvocato della famiglia Pittau aveva sollevato seri interrogativi sulla dinamica del presunto incidente di caccia: secondo una prima ricostruzione dei carabinieri,  il muratore (anch'egli cacciatore) sarebbe rimasto vittima di un errore compiuto da alcuni bracconieri che l'avrebbero scambiato per un cinghiale.

Tra i dubbi che dovranno essere sciolti dalla Procura, però, c'è il fatto che il colpo sarebbe stato sparato a non più di sei, sette metri di distanza, oltre al fatto che la vittima indossava una maglietta bianca molto visibile. «A me non risulta - si è limitato a dire l'avvocato Siuni - che i cinghiali passeggino vestiti con una maglietta bianca». 

Non solo. Il 13 agosto, alle 20.30, c'era ancora molta luce nelle campagne di Villacidro, dunque l'errore potrebbe essere legato al massimo a qualcosa che avrebbe potuto ridurre la visibilità dei cacciatori di frodo presenti nella zona. A questo, infatti, starebbe lavorando il perito nominato dalla Procura, Giulio Madeddu, a cui sono stati affidati i 30 fucili sequestrati dai carabinieri a numerosi cacciatori della zona. Oltre a dover trovare l'arma che ha sparato, l'esperto dovrà anche chiarire cosa possa aver ostacolato la visuale di chi ha sparato, inducendolo in errore. Errore a cui però sembrano dubitare i familiari che oggi potrebbero aver espresso i rispettivi dubbi direttamente al magistrato. 

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