La Nuova Sardegna

Cagliari

Arbus, il parco di "land art" a Piscinas distrutto da vandali motorizzati

Luciano Onnis
Prima e dopo: le piccole sculture in riva all'Irvi e la successiva devastazione
Prima e dopo: le piccole sculture in riva all'Irvi e la successiva devastazione

Centinaia di piccole sculture erano state realizzate da escursionisti e turisti sulle sponde del rio Irvi: demolite durante un raid a bordo di moto da cross o auto fuoristrada

24 agosto 2015
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ARBUS. Come sempre più spesso accade, arrivano i vandali  e rovinano tutto. A prescindere da che cosa, dove e come. Da quest’estate aveva preso piede a Piscinas, lungo le sponde del rio Irvi che va a gettarsi nella sconfinata spiaggia della costa di Arbus, una spontanea espressione di “Land Art”, una forma d’arte contemporanea sorta negli Stati Uniti intorno al 1968, caratterizzata dall’intervento diretto dell’improvvisato artista nel territorio naturale, in particolare negli spazi più suggestivi di deserti, laghi, foreste e, come a Piscinas, sulle sponde dei fiumi.

Ebbene, sulle sponde del rio Irvi, che scorre a mare parallelo al rio Piscinas, turisti e frequentatori della Costa Verde hanno realizzato un piccolo parco di mini sculture fatte con i sassi e i ciottoli del fiume. Chi passa ammira le  forme realizzate precedentemente da altri e ne crea delle proprie. Ne sono state realizzate a centinaia, molte veramente originali e simpatiche.

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Molti di coloro che si sono  trovati a guadare il fiume nel punto in cui termina la strada bianca - proseguimento della litoranea della Costa Verde per arrivare al tratto centrale della chilometrica spiaggia - si è fermato ad ammirare, fotografare e anche, se colto dall'ispirazione, a costruire la sua personale scultura.

Il piccolo parco di espressione artistico-culturale “fai da te” era ormai diventato un’autentica attrattiva della Costa Verde. Tutto fino all’altro ieri, domenica 23, quando barbari incivili su due ruote hanno scorrazzato in lungo e largo con una moto da cross (ma forse anche un’auto fuoristrada) fra le piccole costruzioni di pietre e ciottoli, distruggendo praticamente quanto realizzato con passione e allegria in un mese da occasionali (e civilissimi) turisti.

La domanda che adesso si  pongono quanti  si fermano a osservare quel piccolo capolavoro distrutto è se gli autori della devastazione si siano trovati poi soddisfatti del loro gesto vandalico e ingiustificabile.

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