La Nuova Sardegna

Cagliari

senorbì

Ricatti sessuali in una struttura di accoglienza profughi

Uno sbarco di migranti (foto archivio)
Uno sbarco di migranti (foto archivio)

Indagini dei carabinieri su tentati abusi a una migrante nel sud della Sardegna

19 agosto 2015
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CAGLIARI. Una donna nigeriana, ospitata in una struttura di accoglienza per profughi a Senorbì, a una quarantina di chilometri da Cagliari, avrebbe subito ricatti a sfondo sessuale da parte del figlio del titolare della struttura, struttura a cui attualmente non vengono più affidati gli immigrati.

L' episodio sarebbe da alcuni giorni all'attenzione dei carabinieri della Compagnia di Dolianova (Cagliari), che hanno presentato una relazione in Procura in cui vengono riportate le dichiarazioni della nigeriana e si ipotizzano i reati per padre e figlio gestori della struttura, rispettivamente di violenza privata e tentata violenza sessuale. La vicenda ha ancora molti punti da chiarire: al momento ci sono solo le dichiarazioni delle due donne che accusano i gestori. Tutto sarebbe iniziato una decina di giorni fa quando nel centro erano ospitati sei profughi, quattro donne e due uomini.

Secondo quanto denunciato dalle vittime - spiegano gli inquirenti all'ANSA - i proprietari non avrebbero permesso loro di muoversi liberamente e di uscire. Il figlio avrebbe avvicinato una delle nigeriane, iniziando a farle proposte e arrivando a prometterle favori e il permesso di soggiorno in cambio di rapporti sessuali. In un'occasione - come dichiarato dalla giovane vittima - sarebbe uscita a cena con lui e dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo avrebbe avuto un rapporto sessuale.

Le avances sarebbero proseguite per alcuni giorni, fino alla reazione della vittima che durante un litigio ha graffiato al volto il giovane. Il primo intervento dei carabinieri è scattato proprio a seguito della chiamata del titolare della struttura per l'aggressione subita. Dopo il primo intervento i militari sono tornati con un interprete per capire meglio cosa era accaduto, a quel punto sono arrivati i racconti della nigeriana e dei connazionali. Attualmente a Senorbì non sono ospitati profughi. Le indagini dei carabinieri non sono ancora concluse, si cercano riscontri delle dichiarazioni delle straniere.

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