La Nuova Sardegna

Cagliari

Uccise la convivente a Quartu e nascose il cadavere in frigo: condannato a 30 anni

David Lekaj e Anita Hetay quand'erano ancora una coppia felice
David Lekaj e Anita Hetay quand'erano ancora una coppia felice

Il delitto risale al 1996. All'albanese David Lekaj, fuggito nel suo paese, fu inflitto l'ergastolo in contumacia. L'uomo è stato arrestato l'anno scorso, ma non sapeva nulla della condanna: è stato di nuovo processato e la pena è stata ridotta

21 luglio 2015
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CAGLIARI. Non l'ergastolo ma trent'anni di carcere per l'albanese David Lekaj, il 46enne accusato di aver ucciso la convivente di 24 anni, Anila Hetay, e di averne nascosto il cadavere nel frigorifero il 5 ottobre 1996 a Quartu Sant'Elena.

I giudici della corte d'assise d'appello hanno riformato la sentenza di primo grado nei confronti dell'imputato, arrestato lo scorso anno nel proprio paese a diciotto anni dai fatti.

Subito dopo l'omicidio della donna, Lekaj riuscì a fuggire e a scomparire nel nulla. Celebrato il processo di primo grado con l'imputato contumace, i giudici lo condannarono all'ergastolo e oggi, martedì 21, la corte presieduta da Grazia Corradini ha deciso di riformare quel verdetto. Non più il carcere a vita ma trent'anni di reclusione.

A inchiodare il presunto assassino erano state le impronte digitali prese quando era sbarcato in Italia come immigrato a Bari. Fintosi morto dopo l'omicidio, rifugiatosi in Albania con una nuova identità, Lekaj era stato poi identificato dall'Interpol di Roma e dell'Assitant Director Fugitive Investigative Support, con gli uomini della squadra mobile che andarono quindi ad arrestarlo in Albania.

Dopo l'arresto l'avvocato difensore Gianluca Aste con la collega Roberta Quagliata avevano dimostrato che Lekaj non era stato informato del processo celebrato a suo carico durante la sua latitanza e conclusosi con l'ergastolo. Per questa ragione sono stati riaperti i termini per l'appello: oggi pomeriggio la sentenza che ha ridotto la condanna dall'ergastolo a trent'anni.

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