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italiani rapiti in libia

Il figlio di Fausto Piano: «Stiamo vivendo ore di angoscia per la sorte di mio padre»

Giovanni Piano, il figlio del tecnico sardo rapito in Libia (foto Rosas/Pili)
Giovanni Piano, il figlio del tecnico sardo rapito in Libia (foto Rosas/Pili)

Giovanni Piano spiega l'incubo della famiglia del tecnico di Capoterra sequestrato con altri tre colleghi nel paese nordafricano: «Nessuna leggerezza, lavora lì da 14 anni»

21 luglio 2015
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CAPOTERRA. «Siamo molto angosciati e preoccupati per la sorte di mio padre e dei suoi compagni di lavoro». Sono le prime parole di Giovanni Piano, figlio di Fausto Piano, il tecnico 60enne di Capoterra sequestrato in Libia l'altro ieri insieme a tre colleghi della Bonatti di Parma, la società con la quale lavora.

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Giovanni Piano è uscito dall'abitazione dei genitori, nella quale dall'altro ieri la famiglia attende con grandissima preoccupazione notizie di Fausto Piano.

«Mio padre  è partito da Capoterra sabato mattina. Ha una grande esperienza e sa muoversi bene in quei territori visto che lavora in nord Africa da quattordici anni», ha aggiunto Giovanni Piano rispondendo indirettamente alle critiche sulla presunta "leggerezza" con la quale il gruppo di tecnici italiani si sarebbe mosso in territori ad alta pericolosità come la zona di Mellitah.

Nell'abitazione di Fausto Piano è arrivato anche Stefano Piano, l'altro figlio di Fausto Piano. il cognato del tecnico rapito, Rinaldo, si è sciolto in lacrime dopo essersi chiesto come sia è possibile che un gruppo di lavoratori sia stato lasciato senza scorta in un territorio tanto pericoloso.

Molte le visite di parenti e conoscenti. L'intero paese si è stretto intorno alla famiglia e condivide la sua angoscia.

 

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