C'è anche un tecnico sardo tra le quattro persone rapite in Libia
Fausto Piano, di Capoterra, è uno dei dipendenti dell'impresa Bonatti prelevati nei pressi di Mellitah
CAGLIARI. C'è anche un sardo tra i quattro tecnici italiani rapiti in Libia, nei pressi del compound dell'Eni nella zona di Mellitah. Dei quattro dipendenti della Bonatti di Parma sequestrati nel paese nordafricano - Gino Tullicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla - due sarebbero residenti in Sicilia, precisamente nella provincia di Enna e di Siracusa, uno nella provincia di Roma e uno _ Fausto Piano _ a Capoterra, nella provincia di Cagliari.
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Il rapimento è avvenuto domenica nei pressi dell’impianto della "Mellitah Oil & Gas", a ovest di Tripoli, quasi al confine con la Tunisia. Il gruppo dalla Tunisia rientrava in Libia ed era diretto verso l’impianto petrolifero e gasiero che esporta anche verso l’Italia. Per ora non c’è stata alcuna rivendicazione. La procura di Roma ha già aperto un’inchiesta.
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Il caos nel Paese, dove da mesi si contrappongono due governi rivali - il Congresso nazionale di Tripoli e il governo riconosciuto di Tobruk - torna a investire prepotentemente l’Italia. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha garantito tutto l’impegno del governo e dell’intelligence. Ma non ha nascosto che «è sempre difficile dopo poche ore capire la natura, i responsabili» di un rapimento.
«È una zona in cui ci sono anche precedenti. Al momento ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e concentrarci sul lavoro per ottenerne altre sul terreno» ha aggiunto, sottolineando che il governo «è impegnato per cercare di trovare» i sequestrati. Il titolare della Farnesina trova però nella notizia del sequestro «la conferma del fatto che è pericoloso restare in quel Paese». Questo, ha aggiunto, «non diminuisce in nulla l’assoluto impegno dello Stato di soccorrere questi nostri quattro connazionali, ci mancherebbe».
Secondo al Jazeera, i quattro sono stati sequestrati da elementi vicini al cosiddetto «Jeish al Qabail» (L’esercito delle Tribù), le milizie tribali della zona ostili a quelle di «Alba della Libia» (Fajr) di Tripoli, in un’area -il villaggio di al Tawileh, vicino Mellitah- che fino a poco tempo fa era teatro di scontri e che solo di recente si è calmata dopo la tregua sottoscritta dalle milizie tribali e da quelle di Alba della Libia. I quattro sarebbero poi stati trasferiti verso sud.