La Nuova Sardegna

Cagliari

San Giovanni Suergiu, arreso dopo 18 ore di trattative: "In Italia non c'è giustizia"

di Gianfranco Nurra
Da sinistra il capitano Michele Cappa e il maresciallo capo Gianluca Miscali (foto Mario Rosas)
Da sinistra il capitano Michele Cappa e il maresciallo capo Gianluca Miscali (foto Mario Rosas)

Un contenzioso sulla casa all'origine della decisione del fisico nucleare svizzero di asserragliarsi in casa con la minaccia di far fuoco su chiunque si avvicinasse

08 luglio 2015
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SAN GIOVANNI SUERGIU. Si è arreso dopo essersi asserragliato per quasi venti ore nella sua abitazione di San Giovanni Suergiu , Alain Kesby, fisico nucleare svizzero di 74 anni, ex sindaco di Divonne les Bains, nella regione del Rodano-Alpi in Francia, da dove aveva dato le dimissioni circa un anno fa per trasferirsi in Sardegna.

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L’uomo è uscito da casa intorno alle 18,40, dopo una notte e una giornata ad altissima tensione. Prima di arrendersi ha anche sparato contro i carabinieri che a un certo punto hanno deciso di fare irruzione nell’abitazione dove si era asserragliato intorno alle 23,30 di lunedì. Determinanti le mediazioni, della moglie, del suo avvocato, di un amico e dei carabinieri, alcuni dei quali specializzati nella negoziazione.

Sul posto per trattare con il fisico nucleare erano presenti il comandante Provinciale, colonnello Salvatore Cagnazzo, i comandanti del reparto Operativo (Ivan Giorno) e del nucleo Investigativo (Michele Cappa), il comandante della compagnia di Carbonia, il capitano Giuseppe Licari, con la presenza di interpreti di lingua francese e inglese e di un militare negoziatore specializzato, il marescialo capo Gianluca Miscali. Una negoziazione complicata, con momenti di altissima tensione, e la paura, a un certo punto, dell’irreparabile.

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Quando si è presentato all’ingresso Alain Kesby era in evidente stato di ubriachezza e non ha detto una parola. I militari hanno recuperato nella sua abitazione tre pistole e diverse munizioni. Una vicenda finita per il meglio, anche per merito della professionalità e dell'equilibrio messi in campo dalle forze dell’ordine, che ha consentito che nessuno si sia fatto male. Il professor Kesby, è stato formalmente tratto in arresto ma, a seconda delle valutazioni mediche potrà essere messo agli arresti domiciliari o ricoverato presso una struttura sanitaria.

La vicenda è iniziata intorno alle 23,30 di lunedì in una casa alla periferia di San Giovanni Suergiu in località Nicola Garau, quasi a ridosso della strada statale 126 che porta verso Sant’Antioco. Confuse le motivazioni. Sembra che l’uomo, che tutti descrivono come un a persona tranquilla e gentilissima abbia perso il controllo dopo un furioso litigio con il vecchio padrone dell’abitazione. La casa era stata acquistata per 400mila euro senza una visita preventiva e sarebbe poi risultata non in sintonia con le descrizioni viste su Internet dal fisico nucleare. Ne sarebbe nato un contenzioso e continue discussioni e richieste di denaro. Una situazione che avrebbe esasperato l’ex sindaco scatenando la sua reazione.

Lunedì notte l’uomo ha perso la testa e minacciato la moglie che è riuscita a scappare e a chiamare i soccorsi. Immediato l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Carbonia, intervenuti in forze e del reparto operativo provinciale, che con indosso i giubbotti antiproiettile hanno circondato la casa impedendo a chiunque di avvicinarsi. La trattativa è iniziata durante la notte ed è proseguita fino alle 18, 20 di ieri.

A un certo punto, l’uomo avrebbe urlato frasi come «In Italia non c'è giustizia», e, forse rendendosi conto che la sua azione era andata troppo in là ha urlato ai militari che presidiavano la zona: «Ho fatto una cosa troppo grave, non posso più tornare indietro». Frasi che hanno fatto temere l’irreparabile. Ma fortunatamente alla fine Kesby è tornato alla ragione e si è arreso.

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