La Nuova Sardegna

Cagliari

Guamaggiore, gli archeologi riportano alla luce le ossa di un «gigante»

Luciano Onnis
Il nuraghe Barru, vicino a cui è stato trovato l'insolito femore
Il nuraghe Barru, vicino a cui è stato trovato l'insolito femore

Un femore lungo 60 centimetri recuperato durante gli scavi attorno al nuraghe Barru. Con tutta probabilità uno scheletro di età nuragica: ora sarà esaminato dagli esperti della Soprintendenza

03 luglio 2015
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GUAMAGGIORE. Forse parlare di «gigante» è ecessivo, ma doveva appartenere a un uomo di proporzioni imponenti lo scheletro trovato a circa un metro  sotto terra nell’insediamento archeologico attorno al nuraghe Barru, nelle campagne fra Guamaggiore e Guasila, territorio che segna il confine fra Marmilla e Trexenta.

Nessun giallo, si tratta sicuramente di uno scheletro di età nuragica, come riscontrato dagli studiosi della Soprintendenza archeologica. Gli scavi tutt’ora in corso hanno permesso di riportare alla luce i resti ossei di una persona, certamente di sesso maschile, la cui statura doveva essere notevole.

Lo lascia presupporre il femore, di una lunghezza di circa 60 centimetri, sicuramente una misura superiore rispetto al normale. Le ossa sono state prese in custodia dagli esperti della Soprintendenza, che cercheranno adesso, oltre che stabilire definitivamente il sesso, di datare le ossa con la maggiore precisione possibile.

Il territorio a cavallo fra Marmilla e Trexenta continua a rivelarsi uno scrigno di testimonianze storiche e archelogiche, in continuità con le zone  appena più a nord di già accertato valore archeologico come Barumini, Serri, Gergei e Mandas.

Stavolta ha restituito un importante reperto come lo scheletro gigante trovato fra Guamaggiore e  Guasila, ai  confini appunto di Marmilla e Trexenta. Qui, in località Barru dove sta tornando alla luce con gli scavi tutt’ora in atto  un insediamento abitativo attorno alla torre nuragica (denominato appunto nuraghe Barru), che potrebbe riservare molte sorprese.

I due Comuni interessati hanno ricevuto un finanziamento di 850mila euro per avviare gli scavi, ma visto il valore storico di quanto sta tornando pian piano alla luce puntano su ulteriori contributi.

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