La Nuova Sardegna

Cagliari

Igea

Anche una giovane mamma fra le donne chiuse in miniera

Le lavoratrici dell'Igea occupano per protesta la miniera di Monteponi
Le lavoratrici dell'Igea occupano per protesta la miniera di Monteponi

Arcivescovo e sindaco in visita di solidarietà alle lavoratrici in lotta per la stabilizzazione che hanno trascorso la prima notte nell'impianto di Monteponi

29 novembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





IGLESIAS. C'è anche una giovane donna con un bambino di otto mesi tra le lavoratrici asserragliate per protesta da ieri mattina nella miniera di Monteponi, a Iglesias, per chiedere un futuro per la loro azienda, l'Igea. Allatta ancora e, quando è l'ora della poppata, da fuori, le portano il suo bambino. E' una delle immagini simbolo della protesta.

Le 37 donne di Igea hanno trascorso la prima notte nella galleria. «C'è freddo e umidità ma stiamo vicine vicine e ci teniamo al caldo. Una cosa è chiara: non molliamo», racconta Elena Marta. Lei è nonna, non ha bambini piccoli da accudire. Ma ha dovuto salutare famiglia e affetti più cari per lottare insieme alle altre.

Pronta a passare altre notti così: «Devono stabilizzare tutti - racconta - qui si sta creando un clima speciale. Siamo amiche e sorelle: non molleremo mai». Per la notte si sono organizzate con sacchi a pelo, stuoie e moduli in polistirolo. Per mangiare e bere non c'è problema: ormai a ogni ora arrivano i rifornimenti sotto forma di pasticcini e panini. Tra le prime a dare una mano la segretaria del vicino circolo del Pd di Bindua con un cesto di frutta. Poi si è scatenata la gara di solidarietà: soprattutto delle donne.

Pronte a passare altre giornate così: «discutiamo - spiega Elena Marta - parliamo. E soprattutto sogniamo un futuro migliore e stabile per tutte noi. E per le colleghe e i colleghi di tutti i cantieri Igea». 

Le manifestanti stamane hanno anche ricevuto la visita del vescovo di Iglesias Giovanni Zedda che si è recato a Monteponi per esprimere solidarietà ai lavoratori in lotta. Vicinanza alle donne che occupano la galleria è stata manifestata anche dalla Associazione mineraria sarda.

La protesta continua, dunque, nonostante la convocazione di una riunione con i sindacati per martedì prossimo da parte dell’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras. «La buona volontà dell’assessore però non basta», spiega Francesco Garau della Filctem Cgil Sulcis, «perchè sono state fatte solo promesse mai mantenute così come sono stati disattesi gli accordi del 6 novembre riguardo stipendi arretrati, riorganizzazione degli uffici e stipula convenzioni».

Secondo il sindacalista a questo punto solo il presidente della Regione Francesco Pigliaru («La cui presenza alla riunione di martedì peraltro non è stata assicurata», lamenta Garau) può risolvere la vertenza assicurando il rilancio dell’Igea, «la sola società che deve essere incaricata per le bonifiche dei siti minerari in Sardegna».

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative