Fondi ai gruppi, Codacons parte civile al processo contro Diana
La prima sezione del Tribunale ha respinto le eccezioni sollevate dalla difesa dell'ex capogruppo di Forza Italia e poi di Sardegna è già domani. Il giudizio immediato va avanti: rigettata l'istanza di revoca presentata dai difensori
CAGLIARI. Anche il Codacons, l'associazione dei gruppi che tutelano l'interesse dei consumatori, è stato riconosciuto ammissibile come parte civile al processo contro Mario Diana, accusato di peculato nell’ambito dell’inchiesta bis suoi fondi ai gruppi del consiglio regionale della Sardegna.
Stamane la prima sezione del tribunale di Cagliari ha respinto le eccezioni sollevate dalla difesa dell’ex capogruppo del «Popolo della Libertà» e poi di «Sardegna è già domani», dando il via al dibattimento che proseguirà il prossimo 6 febbraio con i primi testi d’accusa perché, e questa è l'altra novità della mattinata, il tribunale ha stabilito che si va avanti col processo immediato (la difesa ne aveva invece chiesto la revoca), e quindi il 6 febbraio si procede con i testimoni dell'accusa.
Diana, arrestato il 6 novembre 2013 e oggi in libertà, è accusato di aver usato oltre 200mila euro di denaro pubblico destinato alle attività politico-istituzionali dei partiti per acquisti privati. Tra le spese contestate all’ex onorevole - questa mattina presente in aula - ci sono anche preziosi, rari libri miniati e penne Montblanc. Con Diana erano finiti in manette anche il consigliere Calo Sanjust (Pdl) e l’imprenditore Riccardo Cogoni che hanno scelto riti alternativi.