La Nuova Sardegna

Cagliari

Macchiareddu

Cumuli di rifiuti pericolosi, sigilli su un'area di dieci ettari

Luciano Onnis
Una veduta della zona industriale di Macchiareddu-Assemini
Una veduta della zona industriale di Macchiareddu-Assemini

Capannoni, fabbricati e un laboratorio chimico dell'ex Dicovisa chiusa da vent'anni sono stati sequestrati nella zona industriale dai forestali di Capoterra, si tratta di materiale che doveva essere smaltito

06 novembre 2014
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ASSEMINI. Sotto sequestro giudiziario per inquinamento lo stabilimento della “Maver”, ex Dicovisa, nell’area industriale di Macchiareddu, in territorio di Assemini. A mettere i sigilii sono stati gli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale del Servizio Ispettorato di Cagliari comandati dal commissario Fabrizio Madeddu con la collaborazione della stazione di Capoterra guidata dall'ispettore Manca, in esecuzione di una ordinanza del gip Giovanni Massidda emesso su richiesta del pubblico ministero Giangiacomo Pilia che coordina le indagini.

Unico indagato al momento è l’amministratore della Maver sino ad aprile 2014, Alessandro Ravasio, 54 anni di Milano.

Il provvedimento scaturisce a seguito di un attività di indagine condotta dal Nucleo investigativo e dalla stazione Forestale di Capoterra, coadiuvati dai tecnici di Arpas, avviata dopo alcuni incendi che si sono verificati all’interno dello stabilimento ed alle segnalazioni di allevatori che lamentavano la situazione di degrado e denunciavano patologie varie al bestiame che pascola nelle aree circostanti.

I ranger hanno accertato che all’interno dello stabilimento industriale, specializzato nella lavorazione di distillati, sono stati smaltiti ed abbandonati rifiuti derivati dalla cessazione dell’attività produttiva, con possibile contaminazione dei terreni e falde da rifiuti di varia natura tra cui ingenti quantitativi di idrocarburi. L’area necessita di urgenti interventi di bonifica, come certifica Arpas nella sua relazione allegata agli atti e ripresa nella ordinanza del gip Giovanni Massidda.

Tutta l’area è disseminata di discariche di materiali di vario genere, come cemento amianto e idrocarburi, inoltre all’interno dei locali in completo stato di abbandono anche un laboratorio chimico con presenza di reagenti altamente tossici. Il laboratorio chimico è aperto e chiunque può entrarci.

La Maver (ex Dicovisa) è una società specializzata nella commercializzazione di metalli ferrosi ed ha acquistato lo stabilimento nel 2006 con l’intento di smantellare l’acciaio ed il materiale ferroso degli impianti con la precisa clausola contrattuale che avrebbe dovuto provvedere alla bonifica dell’intero stabilimento da agenti inquinanti dello stabilimento.

Di fatto la Maver avrebbe smantellato tutti i materiali ferrosi dagli impianti, che sono stati poi imbarcati in un nave del porto di Cagliari, rilasciando al suolo agenti inquinanti contenuti nei silos senza provvedere ad alcuna bonifica e lasciando l’area in completo stato di abbandono, in una situazione di vera emergenza e degrado ambientale con contaminazione diffusa dei terreni che peraltro vengono pascolati . Nel frattempo la società, conclusa l’operazione, ha ceduto nell’aprile 2014 l’intero pacchetto azionario alla “Waltarn Limited”, con sede a Londra.

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