La Nuova Sardegna

Cagliari

Pd, Soru: «Se verrò eletto, sosterrò Pigliaru e aprirò il partito»

Pd, Soru: «Se verrò eletto, sosterrò Pigliaru e aprirò il partito»

L’europarlamentare annuncia le linee programmatiche della sua candidatura alla segreteria del partito democratico sardo

20 settembre 2014
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CAGLIARI. In caso di vittoria l’europarlamentare Renato Soru, uno dei tre candidati alla segreteria regionale del Partito democratico in Sardegna, sosterrà senza «adombrare» la giunta di Francesco Pigliaru, ma anzi si adopererà per rafforzarla, e lavorerà per un Pd sardo, aperto e concentrato sulle opportunità dell’Isola. Sono queste le linee programmatiche annunciate stamane dal patron di Tiscali che - in una conferenza stampa convocata a Cagliari - ha spiegato le ragioni che lo hanno convinto a presentarsi alle primarie del partito. Una candidatura, come ha spiegato l’ex governatore della Sardegna, chiestagli dal basso e concepita in un ottica di unitarietà.

L’ex presidente della Regione (di cui Pigliaru è stato assessore al Bilancio fra il 2004 e l’ottobre del 2006) è considerato il favorito per l’appoggio della attuale maggioranza del partito con l’area rappresentata dall’ uscente Silvio Lai, dall’ex sottosegretario alla Salute Paolo Fadda e dall’attuale presidente della Fondazione Banco di Sardegna, l’ex senatore ed ex presidente della Regione Antonello Cabras.

Con lui si contendono l’incarico il segretario provinciale di Cagliari Thomas Castangia (vicino all’area di Pippo Civati) e il senatore Ignazio Angioni, che può contare sul favore del sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu, del consigliere regionale Gavino Manca e degli ex consiglieri Chicco Porcu e Giampaolo Diana.

Ai cronisti che gli chiedevano se una segreteria a guida Soru rischiasse di oscurare e quindi in qualche modo soffocare il lavoro del presidente Pigliaru, l’europarlamentare ha risposto: «Tutt’altro. La prossima segreteria avrà la responsabilità di rafforzare la giunta Pigliaru che di certo non è un signore che si fa adombrare. Nessun governo sarà sufficientemente forte senza il sostegno delle forze sociali, dei territori e sarà questo il compito del partito, fare da intermediario per spiegare e illustrare l’operato della giunta».

Il patron di Tiscali dopo aver precisato che la candidatura gli è stata chiesta «da tanti sardi», ha precisato di voler lavorare per costruire un «Pd sardo, federato, e anche autonomo rispetto ad alcune scelte nazionali con al centrogli interessi e le responsabilità della Sardegna».

«Mi piacerebbe un partito democrtatico con le porte sempre aperte che consenta un tesseramento sempre agevole e immediato, anche on line, dove ci si senta accolti e attesi», ha aggiunto Soru. «Non come ora che è difficile tesserarsi».

L’ex presidente ha poi bollato come una «non questione» quella dell’eventuale doppio incarico, ossia quello di segreterio del Pd sardo e la carica già ricoperta di europarlamentare che qualcuno dei suoi avversari gli ha rimproverato. A chi che gli chiedeva se i procedimenti penali ancora aperti possano influenzare negativamente la sua corsa a segretario regionale, Soru ha replicato: «Fino ad ora sono sempre uscito bene dai tanti procedimenti che ho avuto. Chi fa viene controllato, io non lo contesto». Il riferimento è alle due inchieste - su Tiscali e su Andalas - che coinvolgono l’ex presidente della Regione.

Il prossimo 6 novembre entrerà nel vivo il processo contro Soru, accusato di evasione fiscale. Le primarie sono in programma domenica 26 ottobre. La contestazione è legata agli accertamenti della Guardia di Finanza sulla società Andalas, con sede a Londra, ma riconducibile al fondatore di Tiscali (come da lui stesso sempre dichiarato alla Consob). Stando all’inchiesta nel 2004 la Andalas avrebbe concesso un prestito di oltre 27 milioni di euro alla Tiscali finance. Quest’ultima, nei cinque anni successivi avrebbe restituito parte del debito versando anche gli interessi alla società londinese che per gli inquirenti è sempre rimasta inattiva. Ed è proprio questo flusso di denaro ad essere finito sotto la lente di chi indaga proprio perchè mai dichiarato al fisco nè inglese nè italiano.

Ancora in attesa di finire davanti al gip invece l’indagine sulla cessione di due rami di Tiscali: da Tiscali Spa a Tiscali Italia Srl e Tiscali Services Srl. Un’operazione che avrebbero creato una plusvalenza di 162 milioni di euro. Un valore, inserito nel bilancio 2005, calcolata sulla capacità di fare ricchezza dei due rami ceduti. E proprio questa plusvalenza avrebbe avuto la capacità di influenzare l’andamento del titolo in borsa, il reato contestato dalla procura.

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