La Nuova Sardegna

Cagliari

Di nuovo fermo il cantiere del nuovo carcere di Uta

Di nuovo fermo il cantiere del nuovo carcere di Uta

I lavoratori scioperano per il mancato pagamento delle mensilità di luglio e agosto

11 settembre 2014
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UTA. Si inasprisce ulteriormente la vertenza dei lavoratori del carcere di Uta, costretti ad uno sciopero ad oltranza per il mancato pagamento delle mensilità di luglio e agosto e dei versamenti della cassa edile dell'ultimo anno. Una telenovela senza fine per i dipendenti, impegnati nella costruzione del nuovo penitenziario a Macchiareddu.

«L'impegno preso nei giorni scorsi da Opere Pubbliche di saldare gli stipendi entro ieri non è stato rispettato – denuncia la Fillea Cgil - persino il committente, il ministero delle Infrastrutture, mostra disinteresse rispetto alle sorti dei lavoratori e della stessa consegna dell'opera».

Una situazione di stallo. Inaccettabile per i sindacati. «Nessuna risposta - continua il documento della Cgil - è arrivata alla lettera inviata la settimana scorsa dai sindacati di categoria, che avevano scritto al ministero (e per conoscenza al Prefetto di Cagliari), chiedendo che si sostituisse al pagamento di ciò che spetta ai lavoratori bloccando i trasferimenti in favore dell'azienda».

Non finisce certo qui. «Perché - prosegue la nota - nonostante l'urgenza manifestata dal Dipartimento amministrazione penitenziaria rispetto alla consegna della struttura carceraria fissata per il 30 settembre, tutti i soggetti coinvolti tentano di scaricare le proprie responsabilità: i sindacati hanno infatti appreso che i due ministeri, Infrastrutture e Giustizia, si starebbero disimpegnando. Sembra infatti che non ci sia la disponibilità a recepire le richieste del sindacato perché dal 31 luglio è scaduta la nomina del commissario straordinario che garantiva i pagamenti diretti sulla base di un provvedimento governativo».

Le rappresentanze sindacali non gradiscono. «Si tratta di un alibi - dicono dalla Fillea Cgil - perché è evidente che se ci fosse la volontà quel provvedimento potrebbe essere rinnovato immediatamente». Il sindacato di categoria denuncia inoltre «il silenzio delle istituzioni locali e avverte che, in assenza di risposte, nessun lavoratore rientrerà in cantiere. Nel frattempo - conclude il documento - sono state avviate le azioni legali per recuperare i tfr, i versamenti di previdenza complementare e della cassa edile per i trenta lavoratori già licenziati». (luciano pirroni)

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