La Nuova Sardegna

Cagliari

Catering, trasporti e pulizie: società in bancarotta, indagati i sei amministratori

Catering, trasporti e pulizie: società in bancarotta, indagati i sei amministratori

Cagliari, imprenditori e commercialisti finiscono nei guai per l’inchiesta avviata dalla procura e condotta dalla Guardia di finanza

26 giugno 2014
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CAGLIARI. Gli amministratori di tre società con sede a Cagliari sono indagati, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta, frode fiscale e omesso versamento di ritenute e imposte. Sei avvisi di conclusione indagini sono stati notificati dalla Guardia di finanza alle persone che si sono succedute nell’amministrazione della Orsat Scarl, attiva nel settore dei trasporti su terra, della Sigemen srl, specializzata in catering e ristorazione collettiva, e della Serat srl, impresa di pulizie industriali.

L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di finanza e coordinata dal pm Giangiacomo Pilia, era partita dal fallimento della società Si.ge.men, che gestiva mense nel Cagliaritano. Gli indagati sono Angelo Mascia, 53 anni, e la moglie Sandra Fiordaliso, 46 anni, residenti a Quartu, Vindice Marracini, 75 anni, di Villasalto, Luciano Cuccu, 60 anni, originario di Iglesias ma residente a Cagliari, Giacomo e Piera Stavolta, di 84 e 57 anni, entrambi di Messina ma residenti a Cagliari.

A maggio, a carico degli amministratori, erano stati sequestrati sei immobili, per un valore di 1,1 milioni di euro, tra cui due ville a Villasimius, a Porto Sa Ruxi, e a Quartu, in località Capitana, oltre a disponibilità finanziarie.

A due noti commercialisti cagliaritani, padre e figlia, gli inquirenti contestano, invece, l’impiego di prestanome, il ricorso a strategemi contabili e bancari e un consorzio di società costituito ad hoc, oltre che all’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre un milione di euro, in modo da distrarre beni e denaro delle società, poi portate al fallimento e a maturare verso l’erario debiti per oltre 5 milioni di euro. Con crediti fittizi per circa due milioni di euro, i bilanci societari - ha accertato la Guardia di finanza - erano stati falsificati per far risultare un maggiore attivo patrimoniale e minori perdite d’esercizio, in modo da coprire il grave stato di insolvenza.

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