La Nuova Sardegna

Cagliari

Bomba ecologica in viale Monastir, maxi sequestro dei finanzieri

Bomba ecologica in viale Monastir, maxi sequestro dei finanzieri

Cagliari: a ridosso dei popolosi quartieri di Su Planu e Mulinu Becciu, 50 tonnellate nauseabonde di pollame e altri avanzi di lavorazione di un’azienda che ha smesso di macellare un anno fa. Rischio inquinamento per un torrente utilizzato dagli agricoltori

28 maggio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Un anno fa l'ultima macellazione di polli in viale Monastir, nella campagna di Su Stani, a ridosso degli uffici della Motorizzazione civile, vicino ai popolosi quartieri di Su Planu e Mulinu Becciu: gli avanzi non sono stati smaltiti entro le 48 ore come legge prevede in uno stabilimento autorizzato (ce n'è uno a Macchiareddu) ma lasciati a marcire nei capannoni che fino al 2012 servivano per l'allevamento dei polli e l'ingrasso di quelli destinati alla macellazione. Cinquanta tonnellate di carne decomposta che sono stati scoperti dai finanzieri della sezione navale della Guardia di finanza durante un altro controllo nella zona in una discarica autorizzata di materiali inerti. C'era una puzza insopportabile in tutta la campagna attorno e quindi i finanzieri sono andati a controllare.

Cani randagi ovunque, i capannoni avevano un tappeto di almeno trenta centimetri di materia putrefatta. I finanzieri hanno chiesto l'ausilio del servizio veterinario della Asl e hanno condotto anche un sopralluogo attorno ai capannoni per accertare l'entità dell'inquinamento. Il problema rilevato è anche quello del rio Su Stani San Lorenzo, un corso d'acqua dolce che scorre lì vicino e che potrebbe essere stato contaminato dal dilavamento dei terreni usati come discarica non autorizzata. Il torrente viene utilizzato anche per l'irrigazione dei campi coltivati.

Adesso il titolare dei capannoni non alleva più polli ma commercializza pollame prodotto da altri e rivenduto da grossisti e dettaglianti. In questa zona, insomma, non ci sono più animali destinati alla rivendita pubblica. Il problema salute pubblica però rimane perché la discarica è vicinissima ai centri abitati. Una discarica di questa portata non è mai stata rinvenuta in Sardegna così prossima a case, uffici e altre aziende industriali e artigianali. I capannoni-discarica sono in muratura ed eternit. Il responsabile dell’azienda - è scritto nella nota della Guardia di finanza - non è stato in grado di presentare alcun documento autorizzativo in quanto mai rilasciato dalle autorità competenti. Al termine, la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 200 metri quadri di fabbricato ed oltre 50 tonnellate di rifiuti speciali.

Il lavoro delle fiamme gialle non si è concluso, perché su delega dell'autorità giudiziaria deve presiedere alle operazioni di bonifica. Il titolare dell'azienda deve rispondere della discarica non autorizzata e dello smaltimenti dei rifiuti speciali all'interno dei capannoni anziché nelle forme di legge.

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative