La Nuova Sardegna

Cagliari

Operai morti: Saras assolta, confermate le condanne per gli ex manager

Operai morti: Saras assolta, confermate le condanne per gli ex manager

Attenuanti per risarcimento già avvenuto, 5 milioni alle famiglie delle vittime

07 marzo 2014
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CAGLIARI. l primo era morto all'istante. Gli altri due pochi minuti dopo nel disperato tentativo di soccorrere il compagno che era entrato per pulire la cisterna. Per il decesso di Daniele Melis, 29 anni, Luigi Solinas, di 27, e Bruno Muntoni, di 56, uccisi dalle esalazioni di azoto il 26 maggio 2009 mentre pulivano un serbatoio nella raffineria Saras di Sarroch, la Corte d'Appello di Cagliari ha confermato le condanne, ma ridotto in parte le pene rispetto al giudizio di primo grado, riconoscendo l'attenuante dell'avvenuto risarcimento e assolvendo l'azienda dei Moratti dalla responsabilità amministrativa.

Prima del processo, la Saras aveva trovato l'accordo e deciso di risarcire i familiari delle vittime con 5 milioni di euro. Scese così da due anni e un anno e otto mesi di reclusione le condanne nei confronti di Guido Grosso, ex direttore della raffineria, e per Dario Saffardi, allora direttore generale della Saras. L'azienda, come già avvenuto in primo grado, è stata assolta dalla responsabilità amministrativa: i giudici hanno infatti riconosciuto che il modello organizzativo dell'impianto era corretto.

Confermata per intero, invece, la condanna di Francesco Ledda, rappresentante della Comesa, la ditta d'appalto che avrebbe dovuto pulire la cisterna-killer e per la quale lavoravano i tre operai morti. Assoluzione confermata, invece, per Antonello Atzori e Anioco Mario Gregu, rispettivamente responsabile d'area e direttore delle operazioni industriali della raffineria.

Con la chiamata in causa della Saras come responsabile amministrativo da parte della Procura generale, dopo l'assoluzione in primo grado, in molti avevano ipotizzato analogie con quanto avvenuto alla ThyssenKrupp: la notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007 sette operai dello stabilimento di Torino morirono investiti da una fuoriuscita di olio bollente in pressione che aveva preso fuoco. Per quei fatti, oltre agli imputati, anche al colosso tedesco vennero contestate responsabilità amministrative.

La conferma dell'assoluzione della Saras, invece, ribadisce che il modello organizzativo dell'impianto di Sarroch era corretto. «La Corte - ha detto l'avvocato Alfredo Diana, difensore di Grosso - ha ribadito la solidità della struttura organizzativa e della gestione della sicurezza». Resta il dolore delle famiglie per tre morti che, come ribadiscono le condanne per omicidio colposo, forse si potevano evitare. Gian Marco Moratti ha rinnovato la vicinanza ai familiari delle vittime, esprimendo soddisfazione per l'assoluzione della Saras ma anche rammarico per la conferma delle condanne ai due manager.

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