La Nuova Sardegna

Cagliari

Lottizzazione abusiva a Chia, ingegnere condannato a un anno e otto mesi

Lottizzazione abusiva a Chia, ingegnere condannato a un anno e otto mesi

Pierluigi Monni, amministratore della ‘Sarit’, ha beneficiato in appello della prescrizione dei reati, ma per gli immobili realizzati a Chia, la Corte ha confermato la confisca

07 febbraio 2014
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CAGLIARI. Condannato in primo grado a un anno e otto mesi per lottizzazione abusiva e costruzione senza permesso edilizio, l’ingegnere-costruttore Pierluigi Monni, amministratore della ‘Sarit’ difeso da Rodolfo Meloni, ha beneficiato in appello della prescrizione dei reati, ma per gli immobili realizzati a Chia la Corte – come richiesto dal pg Michele Incani - ha confermato la confisca. Condannato invece Gianluca Ambu, responsabile dell’area tecnica del comune di Domusdemaria, difeso da Paolo Berria e Mario Fois: prescritti i reati minori, sconterà un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio. La vicenda, nata nella primavera del 2006 da un esposto del Gruppo di Intervento giuridico, partì col sequestro di una villetta costruita solo in parte: secondo gli accertamenti condotti dal nucleo investigativo della Guardia Forestale l’edificio si trovava nella fascia vincolata del litorale, dove nulla poteva essere realizzato. A quel punto gli uomini della Forestale decisero però di vederci chiaro e acquisirono i documenti sull’intero compendio di Chia. E saltarono fuori elementi d’indagine nuovi: per esempio scoprirono che l’autorizzazione datata 2001 rilasciata alla ‘Sarit’ di Monni riguardava la costruzione di dieci ville nell’area di Setti Ballas, la collina che domina il paesaggio di Chia. Le ville autorizzate non c’erano, ma nonostante i piani paesaggistici fossero stati annullati dal Tar su ricorso delle associazioni acologiste - e siamo al mese di novembre del 2003 - la stessa società era riuscita stranamente a ottenere dal comune di Domusdemaria un ‘premio’ in cubature. Così il numero delle ville da costruire era cresciuto, da dieci si poteva passare a diciotto. Con la legge salvacoste avvenne un altro miracolo: senza aver ancora messo in piedi un solo mattone, la Sarit ottenne una variante in corso d’opera che gli doveva assicurare la possibilità di realizzare 53 villette. Di queste, dieci sarebbero sorte in un’area ceduta al Comune per servizi e verde attrezzato. Nel progetto della Sarit, approvato dal Comune, anche strade e condotte. Solo quando la Procura intervenne con il sequestro del cantiere - e siamo al 26 aprile 2006 - il Comune decise di dare un taglio netto a tutte le concessioni edilizie.

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