La Nuova Sardegna

Cagliari

Regione multata: uso elettorale del sito istituzionale

Regione multata: uso elettorale del sito istituzionale

Lo ha deciso l’Autorità garante per le Comunicazioni: sotto accusa il libretto "Detto-Fatto". Lai (Pd) contro Cappellacci. Pittalis (Fi): anche Soru fece un opuscolo

23 gennaio 2014
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CAGLIARI. Si scalda il clima in vista delle elzioni regionali del 16 febbraio. Dopo quello della “flotta sarda” esplode un nuovo caso: l’Agcom-Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di sanzionare la Regione Sardegna per l’utilizzo del sito internet istituzionale a fini elettorali e non istituzionali. La decisione è in via di notifica, come si apprende da fonti dell’Agcom. Sotto accusa il libretto "Detto-Fatto", il cui link appare con grande evidenza sulla home page del sito della Regione.

In tarda mattinata la notizia è stata anticipata dal senatore e segretario regionale del Pd, Silvio Lai, in una nota in cui accusa il presidente Ugo Cappellacci, in corsa per la riconferma, di aver fatto multare la Regione per aver violato le norme che regolano la comunicazione politica in campagna elettorale.

«È una violazione gravissima, già segnalata dai media e, nonostante questo mantenuta nel sito». Così il senatore Silvio Lai, segretario regionale del Pd, commenta la notizia della decisione dell’Agcom a proposito della presenza del libretto «Detto-Fatto» sul sito istituzionale della Regione Sardegna in piena campagna elettorale. «Il candidato Cappellacci _ aggiunge _ continua a dimostrare la sua scorrettezza nell’uso distorto delle istituzioni che rappresenta. Lo fa con le conferenze stampa elettorali fatte nelle sedi istituzioni o firmando protocolli nei territori dove per cinque anni non ha fatto niente e lo continua a fare oggi sul portale istituzionale. Il presidente uscente non riesce ancora a capire che la cosa pubblica non è cosa sua, ma dei sardi che siamo certi hanno già inquadrato di che personaggio si tratti».

Dal fronte opposto risponde il capogruppo di FI Pietro Pittalis: «Il segretario del Pd continua a essere il principe della doppia morale: forse dimentica che il suo presidente Soru fece un opuscolo da diffondere a 50mila famiglie sarde e non solo sul web. Allora forse Lai riteneva che fosse una stroardinaria operazione di trasparenza, ma quando viene fatta da un’altra parte politica diventa una porcheria. Non c’è nessuna sanzione ma solo un invito alla rimozione dell’opuscolo. Visto che Lai è così informato_ conclude Pittalis _ perché tace sulla segnalazione del Corecom secondo il quale lo ’spot’ sul sito dell’università di Cagliari al candidato del centrosinistra viola le norme contenute nell’articolo 9 della legge 22 febbraio 2000 n. 28?».

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