La Nuova Sardegna

Cagliari

Niente soldi per il Santa Maria Assunta: sciopero della fame dei dipendenti

di Luciano Onnis
Niente soldi per il Santa Maria Assunta: sciopero della fame dei dipendenti

Il centro di riabilitazione di Guspini resta chiuso e i lavoratori denunciano il tradimento della Regione che aveva promesso la graduale riapertura

17 gennaio 2014
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GUSPINI. Dopo l’ennesima bocciatura in finanziaria dell’emendamento che dava copertura all’acquisizione da parte della Regione – per poi assegnarlo alla Asl 6 di Sanluri, si allontana sempre più la possibilità di riapertura del Centro di alta riabilitazione “Santa Maria Assunta” di Guspini.

Un gruppo di operatori della struttura licenziati, che nell’ottobre 2012 incassarono in un incontro ufficiale – presenti i sindacati - l’impegno personale del presidente della Regione Ugo Cappellacci per la riapertura graduale del centro dopo l’esecuzione dei lavori di messa a norma, si sentono adesso traditi dalla massima istituzione regionale e per questo da domani inizieranno lo sciopero della fame accampandosi all’esterno del “Santa Maria Assunta”.

“E' assurdo che per ragioni politiche, a noi oscure, e che hanno anche determinato trattamenti differenti tra gli stessi lavoratori licenziati, con alcuni richiamati al lavoro con l'interinale ed altri senza stipendio da oltre un'anno e mezza – dicono i lavoratori del Centro che hanno preannunciato la protesta con sciopero della fame -, la Regione Sardegna tenga in ostaggio un centro di alta riabilitazione, fra i più avanzati in Sardegna e non solo, nonostante a più riprese gli assessori alla Sanità succeduti in questi anni, Antonello Liori e Simona De Francisci, abbiano garantito, di fronte ai lavoratori, ai cittadini, ai malati ed ai loro familiari, l'acquisizione e la rapida riapertura della struttura, da loro stessi definito centro di eccellenza”.

Il “Santa Maria Assunta”, dotato di attrezzature e macchinari sanitari all’avanguardia, offriva servizi unici in Sardegna e rari anche a livello nazionale, in particolare nella riabilitazione pediatrica, tanto che al momento del passaggio temporaneo del Centro alla Asl 6, che lo ha gestito per quasi un anno in attesa di un’acquisizione definitiva da parte della Regione, si contavano 23 bambini e ragazzi in lista d'attesa, provenienti dal nord Italia.

“Il Centro, con tutta la dotazione strutturale e materiale – dicono ancora gli operatori - non può essere lasciato andare in malora, creando un gravissimo danno alla vasta utenza che aspetta risposte concrete alla salute e a drammi familiari ed umani che sono spesso nascosti”.

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