La Nuova Sardegna

Cagliari

Fondi Sardegna, ecco come si inquinavano le prove

Fondi Sardegna, ecco come si inquinavano le prove

«Coinvolti altri soggetti per occultare appropriazioni illecite»

06 novembre 2013
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Al centro della richiesta di custodia cautelare in carcere dei due consiglieri regionali e dell'imprenditore arrestati questa mattina, c'è l'inquinamento probatorio. In particolare legato alla presentazione di fatture false per giustificare le spese sostenute con i fondi del Gruppo del Consiglio regionale e con il tentativo degli indagati «di una insidiosa attività di inquinamento probatorio, con riguardo sia ai documenti che alle fonti testimoniali». È quanto si legge nelle 55 pagine dell'ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Cagliari Giampaolo Casula.

«Si è dimostrato - scrive il giudice nell'ordinanza - che il comportamento tenuto dagli indagati fin dal momento delle illecite appropriazioni è stato sempre finalizzato a creare una apparente regolarità contabile e a rendere ardua qualsiasi successiva verifica». Sarebbero stati consegnati agli inquirenti documenti contraffatti riguardo al compenso per alcune prestazioni occasionali da 1.500 euro. Sentendo a sommarie informazioni alcuni dipendenti del Consiglio regionale, sarebbe emersa l'intenzione dell'ex capogruppo del Pdl Mario Diana di portare libri preziosi acquistati e trovati nella sua abitazione, in Consiglio Regionale, indicandoli come proprietà del gruppo. Si tratta di una decina di preziosi volumi con bassorilievi e svariate penne Montblanc. Un'altra presunta attività di inquinamento probatorio sarebbe la comparsa improvvisa di un televisore nella stanza dell'onorevole Onorio Petrini, segnalato da alcuni dipendenti. Si tratterebbe di uno degli apparecchi acquistati insieme ad altri con i fondi del Gruppo. Secondo il Gip ci sarebbe anche il pericolo di reiterazione del reato di peculato. «I consiglieri indagati - scrive ancora il giudice Casula nell'ordinanza - non hanno esitato a coinvolgere soggetti estranei per occultare le plurime e ripetute appropriazioni illecite, benché fossero a conoscenza delle indagini».

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative