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Cagliari

convegno

Diritti dei diabetici, al policlinico firmato il nuovo manifesto

Diritti dei diabetici, al policlinico firmato il nuovo manifesto

CAGLIARI. Il Manifesto dei diritti della persona con diabete è stato rilanciato ieri pomeriggio in un incontro promosso da Diabete Zero onlus (presieduto da Francesco Pili) al policlinico di...

30 ottobre 2013
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CAGLIARI. Il Manifesto dei diritti della persona con diabete è stato rilanciato ieri pomeriggio in un incontro promosso da Diabete Zero onlus (presieduto da Francesco Pili) al policlinico di Monserrato. Il Manifesto era stato accolto dall’ex assessore alla Sanità Liori nel 2009, ma è rimasto lettera morta e questo nonostante il diabete sia una malattia in costante crescita e in Sardegna abbia già 80 mila persone in cura e un potenziale di futuri ammalati enorme se si considera che il 17 per cento dei bambini è obeso, e l’obesità è una delle cause più gravi del diabete di tipo 2, che costituisce il 90 per cento dei malati. Al convegno è intervenuto fra gli altri anche Paolo Sbreccia, ordinario di medicina interna all’università Roma Tor Vergata. Antonio Farris presidente della federazione delle cinque associazioni che nell’isola si occupano dei risvolti sociali, psicologici e sanitari della malattia ha puntato il dito contro l’insipienza dell’amministrazione politica sarda che, pur con tanti bambini diabetici, ancora non ha fatto come le altre nove regioni italiane che hanno promosso protocolli per la gestione del bambino con diabete a scuola. La tecnologia che, nella cura del diabete, gioca un ruolo importante, in Sardegna viene apprezzata dai medici specialisti e dai pazienti, ma non da un apparato amministrativo che rifiuta novità quali sensori per i microinfusori o i nuovi reflettometri.Il diabetico che non trova accoglienza socio-sanitaria può avere problemi col lavoro e ancora in Sardegna ci sono situazioni in cui un lavoratore non dichiara la propria condizione di diabetico per non andare incontro a pregiudizi di varia natura. Farris, in compagnia di primari quale Efisio Cossu del San Giovanni di Dio, ha puntato il dito contro l’inefficienza degli apparati che ancora non hanno varato campagne di prevenzione le quali, è scientificamente provato, sono efficacissime per contrastare l’avanzata della malattia.

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