La Nuova Sardegna

Cagliari

Entro gennaio il nuovo Piano paesaggistico dei sardi

Entro gennaio il nuovo Piano paesaggistico dei sardi

Lo ha annunciato Cappellacci durante la riunione di giunta tenuta negli uffici regionali di Sassari

25 ottobre 2013
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Sarà definitivamente approvato entro gennaio il nuovo piano paesaggistico regionale, ribattezzato «Piano paesaggistico dei sardi». Lo ha detto il presidente della Regione Ugo Cappellacci al termine di una riunione di giunta, straordinariamente tenuta negli uffici regionali di Sassari in via Roma. Durante la seduta è stata adottata provvisoriamente la delibera sul nuovo Ppr che in tre mesi, salvo modifiche e osservazioni, diventerà legge.

Il cambio del nome, ha spiegato Cappellacci in una conferenza stampa convocata subito dopo la giunta, non è solo simbolico: «Dal Ppr della Regione, intesa come istituzione e degli uffici, il nuovo Piano diventa dei sardi, restituendone la dimensione locale alla gente». Il presidente della Regione ha insistito spesso sul concetto di ambiente che occorre riprendere a vivere: «Tutelare non vuol dire vincolare - ha detto Cappellacci, in riferimento al Piano paesaggistico varato dalla giunta Soru - chi blocca l’evoluzione del paesaggio blocca l’evoluzione della vita. Con il nuovo Piano - ha aggiunto il presidente - abbandoniamo l’approccio statico che dice solo cosa non si può fare». Col vecchio documento, ha aggiunto il governatore, «il 60% del territorio, in cui vive l’80% dei sardi, era sottoposto a vincolo paesaggistico e messo sotto blocco abitativo, impedendone l’evoluzione». Secondo il presidente della Regione, le vecchie regole hanno causato anche danni all’economia: «I turisti in Sardegna non venivano più, andavano in Marocco perchè lì, a differenza della nostra isola, era consentito sviluppare le strutture ricettive, ampliarle, creare centri benessere e spa».

La revisione del Ppr, ha detto Cappellacci, «offre un nuovo impulso, un nuovo protagonismo dei territori cui la Regione ha restituito la parola». In sette anni solo otto comuni hanno potuto adeguarsi al Ppr attraverso i piani urbanistici comunali. Nei prossimi 90 giorni, al nuovo Piano si affiancherà una valutazione ambientale strategica. Nel nuovo documento sono mappati oltre diecimila beni identitari, nel vecchio documento ce n’erano circa 800 duplicati o non esistenti, altri non rintracciabili. Cappellacci ha citato anche alcuni paradossi del vecchio Ppr: «Uno tra tutti, la Grotta della Vipera a Cagliari: era spostata di 800 metri rispetto alla posizione reale, col risultato che intorno al sito non c’era alcuna tutela, mentre a 800 metri di distanza, nonostante non ci fosse alcun bene paesaggistico, non si poteva intervenire in alcun modo». Altri beni identitari si trovano sotto i palazzi, o nei pressi di fiumi non più esistenti, e con le vecchie norme erano comunque intoccabilii. Tutto sarà digitalizzato e riportato su supporto digitale, e i beni tutelati avranno un supporto di geolocalizzazione. La revisione del Piano era un impegno preso dalla giunta di centrodestra fin dal primo giorno: «Abbiamo mantenuto la promessa presa fin dal primo momento, con un percorso chiaro e certo ed è per questo che arriva dopo cinque anni, dopo aver messo in atto un processo di partecipazione dei territori, senza scelte calate dall’alto, cercando di costruire una visione del territorio espressione di tutti i sardi. Il nostro percorso - ha spiegato Cappellacci - è iniziato prendendo le mosse dal Ppr del 2006 che rappresentava un momento importante, anche come esempio nazionale, ma poi è diventato altro. Il nuovo Piano nasce da un obbligo di legge e dalla necessità di adeguare questo strumento all’evoluzione normativa. Nel corso degli anni sono intervenute molte leggi, era necessario da un lato recepirle e dall’altro rimuovere le molte criticità». Il governatore ha spiegato che dal 2009 è stato avviato l’iter, definite le attività e avviato il processo «Sardegna nuove idee» con le comunità locali. Nel 2011 il progetto di revisione è stato portato in Consiglio per le linee guida ed è stato avviato il processo di condivisione col governo nazionale. «Il risultato finale - ha concluso Cappellacci - è di grande modernità, ora abbiamo un’eccellenza in termini di pianificazione ambientale che smentisce le critiche spesso strumentali e le mistificazioni di una parte politica, soprattutto della sinistra».

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative