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Visite in carcere a Cellino, indagato anche Gigi Riva

Visite in carcere a Cellino, indagato anche Gigi Riva

L’ex calciatore, idolo dei tifosi del Cagliari, è finito nel registro degli indagati per falso ideologico, assieme all’editore dell’Unione Sarda Sergio Zuncheddu e al deputato Mauro Pili

09 aprile 2013
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CAGLIARI. La leggenda del Cagliari dello scudetto, Gigi Riva, è finito nel registro degli indagati per falso ideologico con l’editore de L’Unione Sarda, Sergio Zuncheddu, e il deputato del Pdl Mauro Pili per la visita in carcere al presidente del Cagliari Massimo Cellino, arrestato nell ’inchiesta sulla realizzazione dello stadio Is Arenas.

Gigi Riva ieri pomeriggio, in gran segreto, è stato accompagnato in Tribunale dal suo legale Massimiliano Ravenna ed è stato ascoltato per oltre un’ora dal sostituto procuratore Gaetano Porcu che coordina le indagini sulle visite a Cellino.

«È stato un incontro sereno e cordiale - ha sottolineato il legale - il clima era disteso, il mio assistito ha spiegato la sua posizione dettagliatamente». ’Rombo di tuonò ha evidenziato le ragioni che lo hanno spinto a far visita al patron rossoblù: «Ha spiegato con estrema chiarezza che non c’entra nulla con questa vicenda - ha detto ancora l’avv. Ravenna - aveva chiesto all’on. Pili se era possibile incontrare Cellino, visto che l’onorevole lo aveva già fatto, e il deputato del Pdl ha confermato che era possibile».

Riva ha poi raccontato cosa è accaduto in carcere: «Il mio assistito è stato accompagnato a Buoncammino dall’onorevole che gli ha fatto firmare un foglio. Nessuno poteva pensare che avesse una identità diversa, che fosse un collaboratore o un accompagnatore, visto che è conosciuto ovunque, quindi non si è posto alcun problema. Non conosceva nemmeno le regole che sovrintendono gli ingressi in carcere, era convinto che si potesse fare senza intoppi».

Riva, infatti, nella sua testimonianza ha anche raccontato al pm delle sue esperienze passate: «Quando ero giocatore - avrebbe detto Rombo di Tuono - andavo in carcere a incontrare i giovani, lo facevo per ragioni educative, questa volta l’ho fatto per ragioni umanitarie».

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