La Nuova Sardegna

Cagliari

Abbanoa chiede maxirimborsi a 197 Comuni sardi

Abbanoa chiede maxirimborsi a 197 Comuni sardi

Acque bianche nelle reti fognarie: depurazione più costosa. Stangata in vista, ma gli enti locali faranno ricorso

28 marzo 2013
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di Maria Antonietta Cossu

CAGLIARI. Abbanoa ha in serbo una stangata per 197 Comuni sardi, circa la metà del totale. Sono rimborsi a sei cifre quelli pretesi dal gestore unico del servizio idrico, somme che in alcuni casi sfiorano i 400mila euro. A tanto ammonterebbero gli oneri aggiuntivi non coperti da tariffa e connessi allo smaltimento e alla depurazione dei reflui immessi nella rete fognaria, dove secondo la società confluirebbero indebitamente anche le acque bianche, che per legge dovrebbero essere incanalate in sistemi comunali di raccolta indipendenti.

Le risposte a caldo dei primi enti locali raggiunti dalla notifica non sono concilianti. Alcune amministrazioni ritengono la richiesta priva di fondamento: per loro i sistemi di raccolta delle acque bianche sono completamente separati dalla rete fognaria. L’arringa difensiva è già stata formalmente adottata dall’amministrazione di Sedilo, che ha inviato una comunicazione motivando il no all’esborso dei 325mila euro richiesti da Abbanoa. Altri enti locali starebbero valutando l’opportunità di affidare la pratica a un legale. Sui 197 azionisti di Abbanoa, chiamati in causa, però, i casi dei “dissidenti” sono al momento isolati. La maggior parte delle notifiche è stata spedita appena qualche giorno fa agli enti locali, che dunque non hanno avuto il tempo di valutare se eventualmente ci siano margini di manovra per evitare il salasso. Spazi non consentiti, secondo il gestore del servizio idrico integrato, che rivendica di aver chiamato in causa i governi locali di quei paesi in cui sia stata effettivamente rilevata e certificata la commistione tra acque bianche e acque nere. «Nonostante le due reti debbano essere indipendenti, molte sono miste – affermano da Abbanoa –. Nei 197 paesi in questione è stata riscontrata la notevole differenza di portata tra l’acqua distribuita alle utenze e quella che arriva al depuratore e questo è segno evidente che esistono delle anomalie». Si parla di un volume di 50 milioni di metri cubi in più ogni anno, una maggiorazione che per il gestore idrico si traduce in un notevole aumento dei costi sostenuti per lo smaltimento e la depurazione dei reflui fognari. «Abbanoa ha dovuto sopportare costi che non le competono e che pertanto non sono coperti dalle tariffe – si legge nella nota della società –. Questo ha significato la sottrazione di risorse ingenti che ha penalizzato la qualità del servizio idrico reso agli utenti».

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