La Nuova Sardegna

Cagliari

Dolianova, a 90 anni uccide la moglie a martellate

di Mauro Lissia
Dolianova, a 90 anni uccide la moglie a martellate

Folle gesto di un pensionato che dopo l’assassinio ha tentato di togliersi la vita con il gas davanti alla figlia

04 febbraio 2013
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DOLIANOVA. Novant’anni, nonnetto gentile senza macchie sulla coscienza: alle quindici e trenta di una domenica qualsiasi ha impugnato un martello e ha spaccato la testa alla moglie ottantasettenne Pinuccia Boi, mettendo fine in pochi terribili secondi a sessant’anni di convivenza tranquilla. Poi, con la donna ancora agonizzante, s’è infilato nella cantina dove si trovano le bombole e ha aperto il gas. L’hanno salvato per un pelo i carabinieri, chiamati dalla figlia. Ora Ignazio Pitzianti, camionista in pensione, è piantonato in una stanza del reparto di psichiatria, all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari: le ragioni di questo delitto rudimentale le conosce solo lui.

I carabinieri hanno provato a fargli domande, la risposta è stata un silenzio cupo e disperato. Oggi ci riproverà il magistrato, il sostituto procuratore Marco Cocco. Ma se anche saltasse fuori un qualche movente la sua posizione non cambierebbe di una virgola: è indagato per omicidio volontario.

Al tramonto, con una temperatura da brividi, Dolianova non s’era neppure accorta di quanto fosse accaduto poche ore prima in quella scarna palazzina a due piani: sono state le prime immagini televisive a richiamare davanti al civico 47 di via Santa Maria un capannello di parenti, vicini, compaesani increduli. Voci di spari, colpi di pistola, congetture scontate sul perché e sul come. Ma la realtà è che neppure la figlia Giannina, pensionata degli uffici comunali, è stata in grado di lanciare un’ipotesi sul motivo che ha spinto il padre a trasformare in arma letale quel vecchio martello, usato migliaia di volte nel bricolage domestico. Così resta solo la ricostruzione tecnica, illustrata nell’essenziale dal capitano Davide Colajanni: la figlia, che vive coi genitori, è uscita a mezzogiorno e mezzo per andare a pranzo da amici. Alle 15.30, quand’è tornata a casa, ha sentito un odore strano e ha chiamato i genitori: «Dove siete?». Meno di mezzo minuto e Giannina Pitzianti ha raggiunto la cucina dove s’è trovata di fronte a una scena che resterà sempre nella sua mente: la madre era distesa sul pavimento, immobile, il corpo contratto, i capelli intrisi di sangue. Occhi vitrei, ma respirava ancora.

Uno sguardo a cercare il padre: «Papà, papà... cosa è successo?». L’odore inconfondibile del gas, il silenzio, Giannina si è sforzata di restare in sé e ha preso il telefono: la prima chiamata al 118, da cui è partita la segnalazione al centro operativo dei carabinieri. Militari e medici sono arrivati quasi insieme e si sono divisi tra il soccorso alla vittima e la ricerca del marito: s’era chiuso a chiave nello stanzino dabbasso. Sfondata la porta, i carabinieri l’hanno trascinato fuori: era già incosciente, stordito dal gas. Ancora qualche minuto e il quadro di questa tragedia paesana sarebbe stato completo. Rianimato dagli specialisti del 118, Ignazio Pitzianti s’è ripreso rapidamente: l’età è avanzata ma le sue condizioni fisiche sono date per eccellenti. Ricoverato in psichiatria, prima o poi dovrà spiegare almeno il perché. In casi come questi, tutt’altro che rari, raptus e follia sono i vocaboli che ricorrono. Certo ci sarà stata una lite, ma in sei decenni di vita in comune chissà quante volte Ignazio e Pinuccia avranno alzato la voce. Stavolta cos’è scattato? Immaginate la scena: lui novantenne, lei appena più giovane ma menomata da malanni alle gambe: portava un tutore a un ginocchio, camminava con difficoltà aiutandosi con un carrello. Debole, la donna usciva poco e sempre sulla Panda gialla, il marito al volante. Lei impegnata a riordinare la cucina, il pranzo è finito da poco. Il litigio, Ignazio Pitzianti che impugna il martello, lo brandisce, forse la minaccia e poi la colpisce più volte: perché in quell’attimo, magari un attimo solo, voleva che la moglie morisse.

La scena del delitto non promette sorprese. I carabinieri hanno isolato l’appartamento al piano terra, repertato e fotografato ogni oggetto mentre il medico legale Roberto Demontis ha confermato quant’era evidente fin dal primo momento: l’arma del delitto è un martello. L’ex camionista ha colpito la moglie più d’una volta, probabilmente tre. Quando l’ha vista crollare sul pavimento ha lasciato cadere l’attrezzo, poi è andato a cercare la morte. Dall’aggressione al momento in cui la figlia è rientrata a casa saranno trascorsi al massimo dieci minuti. Quand’è arrivata l’ambulanza il cuore di Pinuccia Boi batteva ancora. Ma sono dettagli utili per il rapporto da consegnare al magistrato. Perché la vicenda è chiara, al momento inspiegabile ma chiara.

Ora l’ex camionista è in stato di arresto, il provvedimento è stato firmato dal pm Cocco ma dovrà essere convalidato dal gip. Appena possibile, forse già oggi, i due magistrati cercheranno di interrogarlo in ospedale. Alla sua età, Ignazio Pitzianti potrebbe evitare la detenzione in carcere.

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