La Nuova Sardegna

Cagliari

Dopo 9 mesi a secco il cantiere chiude

di Felice Testa
Dopo 9 mesi a secco il cantiere chiude

La denuncia di un imprenditore edile: «La carta dei servizi di Abbanoa prevede 5 giorni per l’allaccio dell’acqua»

14 gennaio 2013
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CAGLIARI. Nove mesi di inutile attesa, per l’allaccio alla rete idrica , e il cantiere edile, per il quale era stata inoltrata la domanda ai siderali uffici di Abbanoa spa, con sede orbitale fuori dalla galassia terrestre, non aprirà più. Declinato in versione sarda, il modo di dire, “con l’acqua alla gola”, per indicare la difficoltà ad andare avanti, si trasforma, in modo naturale e automatico, nell’espressione “con Abbanoa alla gola” e la speranza di un servizio efficiente diventa una chimera. La vicenda raccontata da Pasquale Biasioli, imprenditore del settore edile, spiega, con rassegnata chiarezza, come il colpo di grazia a un settore decimato dalla crisi economica, possa darlo la burocrazia, liquida e sfuggente, della società per azioni Abbanoa, “abba de Sardigna”, gestore unico del servizio idrico integrato della Sardegna, il quale, in quanto gestore unico non lascia scampo. «Voglio segnalare – scrive Pasquale Biasioli, in una lettera indirizzata al presidente e all’ad di Abbanoa – il caso stupefacente della mia azienda che dovendo fare interventi di manutenzione su un proprio immobile il 26 aprile 2012 invia a mezzo raccomandata a/r l'istanza corredata dei relativi allegati, compresi i versamenti su conto corrente postale e le marche da bollo, per ottenere l'allaccio alla rete idrica i cui tempi previsti dalla carta dei servizi sono di 5 giorni lavorativi, considerato che già in passato vi era una precedente utenza». Per l’imprenditore Biasioli è l’inizio di un percorso frustrante e surreale. «Dopo oltre 5 mesi e ripetuti tentativi di sollecito fatti per via telefonica il 19 novembre 2012 – prosegue – mando per e-mail un sollecito e richiesta di chiarimenti allo specifico ufficio infoclienti@abbanoa.it il quale, con inatteso tempismo, mi risponde con pari nota che testualmente recita "Gentile cliente, inoltro immediatamente sollecito al Settore Tecnico. Cordiali Saluti". E' del tutto inutile dire quale attenzione e ascolto abbia avuto anche il sollecito fatto dal servizio interno dell'azienda». Fare impresa, però, specie se si deve aprire un cantiere, richiede tenacia e Pasquale Biasioli non demorde. «Armato di buona pazienza attendo ulteriori 2 mesi, e lo scorso 4 gennaio 2013 trasmetto una nuova e-mail al medesimo ufficio infoclienti@abbanoa.it, ma stavolta non ricevo neanche la classica "rispostina" di rito che pure la volta precedente era stata tempestivamente inviata. Per concludere il 7 gennaio faccio un ennesimo tentativo telefonico parlando con “Valentina operatore 8”, la quale mi richiede dati che l'azienda già possiede per averli ricevuti oramai un'infinità di volte, ma che si guarda bene dal fornirmi alcuna indicazione su quando potrò mai avere l'acqua. È l’ultimo tentativo, il cantiere, a questo punto, non aprirà più».

La piccola ristrutturazione del ragionier Pasquale Biasioli non avrebbe ribaltato le sorti del comparto edile sardo ma, di certo avrebbe giovato e dato un po’ di respiro a qualche impresa artigiana, ma naufraga mestamente nel fiume limaccioso delle scartoffie.

«Un sistema come quello che ho appena descritto e che mio malgrado mi vede testimone – conlude con amarezza Biasioli – oltre che costituire un tipico esempio di che cosa sia capace la gestione politica della cosa pubblica, porta in sé una conseguenza che va al di là del grave e reiterato disservizio, in quanto alla lunga anche imprenditori temprati e determinati si arrenderanno all'evidenza, per cui se tanto ha fatto e continua a fare il nostro sistema fiscale-previdenziale per scoraggiare gli investimenti, ancor più sono capaci di dissuaderli sistemi borbonici capaci di sfiancare anche il più coraggioso e determinato degli imprenditori. Come ben si può comprendere, il mio non è se non lo sfogo di un piccolo imprenditore, esasperato ed esausto dall'osservare quotidianamente che proprio chi dovrebbe "aiutarlo", il sistema dei pubblici servizi e istituzioni, sono invece le prime dalle quali ci si deve guardare».

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