La Nuova Sardegna

Cagliari

«Ladu, un frigorifero comprato con i soldi pubblici»

di Mauro Lissia
«Ladu, un frigorifero comprato con i soldi pubblici»

Prima udienza del processo al senatore per peculato, depone un maresciallo della Finanza: spese per bombole di gas, carrozziere, hotel a Budapest, Londra, Madonna di Campiglio

12 gennaio 2013
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CAGLIARI. Con la carta di credito e i soldi del gruppo Fortza Paris il senatore Silvestro Ladu ha comprato il frigorifero per casa, la bombola del gas, i sensori per parcheggiare installati nell’auto del figlio, ha pagato il carrozziere per la moglie e poi stanze d’hotel a Budapest, Londra, Vienna, Roma e Madonna di Campiglio la domenica, nei week end e in agosto, quando il consiglio regionale si riposa dalle fatiche legislative. Ancora: ristoranti e bed & breakfast a Siniscola e La Caletta, vicino a casa sua, ristoranti e pizzerie, distributori di carburante e qualche vestito da Castangia, a Cagliari. Nei tabulati messi insieme faticosamente dalla Guardia di Finanza compare persino una sorta di bricolage istituzionale: acquisti per poche decine di euro compiuti al centro C.Fadda, dove si vendono attrezzi e materiali per fare da sè. Che poi, a pensarci, sembra proprio che Ladu sia uno specialista della contabilità fai-da-te: la somma delle spese pagate coi fondi destinati all’attività politico-istituzionale dei gruppi regionali, tra il 2004 e il 2008, secondo il maresciallo della Finanza Luca Erriu, raggiunge la ragguardevole cifra di 256 mila euro, di cui 139 mila prelevati allo sportello di Siniscola della Banca di Sassari, 77 mila versati con la Cartasì del gruppo Fortza Paris e 36 mila con una piccola parte dei 450 assegni del conto corrente comune al gruppo, firmati da Ladu con l’intestazione «a se medesimo». Nessuna di queste spese - ha chiarito il sottufficiale rispondendo alle domande del pm Marco Cocco - è stata in qualche modo rendicontata. Non ci sono state sorprese dunque, alla prima udienza del processo pubblico in cui Ladu è imputato di peculato, primo consigliere regionale a finire davanti ai giudici del dibattimento sui venti che la Procura è riuscita a mandare in tribunale. Inutile il tentativo del difensore, l’avvocato Mariano Delogu, di accorpare la posizione del senatore nuorese a quelle degli altri, che saranno esaminate il 19 aprile – tranne Adriano Salis, che è andato all’abbreviato il 6 febbraio - sulla base di una certa comunanza di abitudini fra onorevoli, che emerge dalle carte processuali. Il pm Cocco si è opposto con forza alla richiesta di unificazione dei procedimenti e il tribunale presieduto da Mauro Grandesso, a latere Giorgio Cannas e Silvia Badas, gli ha dato ragione: mettere Ladu insieme agli altri diciotto significherebbe provocare un ritardo sia nel suo processo che in quello maggiore. Quindi avanti col dibattimento, destinato a concludersi in non più di cinque udienze, a cavallo delle elezioni politiche e in parte durante la campagna elettorale: Ladu è candidato.

Stringato l’esame del finanziere Erriu, che ha lavorato alle indagini. Il pm Cocco si è limitato a chiedergli come il suo pool investigativo avesse acquisito i documenti utili all’accusa e subito dopo ha snocciolato le decine di spese compiute da Ladu coi soldi del gruppo consiliare, specificando la cifra, la destinazione e il mezzo usato per pagare. Erriu ha confermato ogni operazione, precisando che a nessuno degli acquisti contestati corrisponde una giustificazione legata all’attività politico-istituzionale di Ladu. A parte gli acquisti palesemente privati come il frigo, la bombola del gas, il carrozziere e il meccanico, Cocco ha insistito sulle date in cui il senatore del Pdl si è rimborsato hotel e ristoranti pagati all’estero: quasi sempre coincidono con ponti, festività e fine settimana. Di certo Ladu, che si è fatto interrogare nel corso dell’inchiesta, non è stato in grado di spiegare perché si trovasse il 4 settembre 2004 a Londra, nel maggio 2008 a Roma, dal 26 al 31 agosto tra Vienna e Budapest. Al pm Cocco ha spiegato di aver usato per errore la Cartasì del gruppo politico anziché quella privata, gli capitava di confonderle. Peccato, come il magistrato gli ha contestato, che la sua Visa fosse scaduta da mesi: se l’avesse usata, il servizio interbancario gli avrebbe respinto il pagamento. Il processo andrà avanti il 26 febbraio con l’esame dell’imputato e dei testi a difesa. Il 20 marzo il tribunale ha messo in agenda la discussione con le richieste del pm e le arringhe.

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